Pene più leggere per chi ha condanne definitive per spaccio di droghe leggere. Lo scrivono le sezioni unite penali della Cassazione nello spiegare perché, lo scorso 29 maggio, hanno messo fine a una questione controversa prevedendo la possibilità di una riduzione di pena per i piccoli spacciatori recidivi condannati in via definitiva.
Secondo i giudici, bisogna rideterminare al ribasso le condanne inflitte nel periodo in cui era in vigore la legge Fini-Giovanardi, dichiarata incostituzionale lo scorso febbraio. Secondo l'Alta corte a chi è stato condannato definitivamente per piccolo spaccio è stata applicata una “pena potenzialmente illegittima e ingiusta in quanto parzialmente determinata dall'applicazione di una norma di diritto penale sostanziale dichiarata illegittima dalla Corte costituzionale dopo la sentenza irrevocabile e contrastante con la finalità rieducativa prevista dall'art. 27, terzo comma, della Costituzione”.
In particolare, la sezioni unite penali della Cassazione, annullando l'ordinanza impugnata nei confronti di un piccolo spacciatore campano per il quale è stato disposto un nuovo esame, ha evidenziato che “nei confronti del condannato è in atto l'esecuzione di pena potenzialmente illegittima e ingiusta”.