Pubblicato il: 01/02/2014 alle 14:11
Crescita e sviluppo per il rilancio della Sicilia ma anche dell’Italia: è questa la ricetta proposta dal presidente di Confindustria Sicilia Antonello Montante. “La Sicilia è come sempre un laboratorio d’idee, di giovani, di imprese, di cultura imprenditoriale”, ha detto il numero uno degli industriali siciliani allo stabilimento della Lbg Sicilia di Ragusa, dove si è svolto il convegno nazionale della Piccola industria di Confindustria. “Bisogna convincere tutte le componenti a puntare e dare la priorità allo sviluppo che apparentemente significa solo Pil, ma che in realtà significa aziende sane, lavoratori, ricchezza distribuita”.
“Ma bisogna convincere la classe politica, dirigente, che questa è la priorità assoluta – ha sottolineato – Èmiopia pensare semplicemente di resistere, e continuare con logiche clientelari, giustificate in minima parte in qualsiasi organizzazione politica”.
“Confindustria ce la sta mettendo tutta – ha aggiunto il presidente – con i fatti e non solo con slogan. Da diversi anni puntiamo su una legge sullo sviluppo in maniera concreta, puntiamo sul piano industriale, puntando al ripristino della normalità, che molti chiamano legalità, e che è prioritario per conquistare i mercati. Se non puntiamo su questi aspetti non abbiamo capito assolutamente nulla”.
Il percorso di rilancio del Paese, però, per Montante deve passare inevitabilmente da una “riflessione” politica che deve riguardare ogni singolo esponente: “Il politico deve fare una riflessione – ha detto il presidente di Confindustria Sicilia, facendo eco al vice presidente di Confindustria Ivan Lo Bello – partendo dal valutare chi sono i suoi collaboratori. Se li ha scelti per clientelismo e comparanza, o per merito e competenza. Se partiamo da questa riflessione, forse possiamo ripartire. Non basta l’onesta, serve onestà e competenza”.
“Abbiamo chiesto al governo nazionale d’intervenire con strategie nuove, non con interventi a pioggia, come avvenuto negli anni precedenti, e siamo stati critici anche nei confronti di chi con miopia aveva valutato male alcune norme, come la tassa sull’estrazione petrolifera”, ha sottolineato Montante “Se scappano le grosse imprese – ha aggiunto – significa che muoiono le piccole imprese, muore l’indotto e i lavoratori vanno a casa. Oggi è il momento di metterci tutti insieme, sindacati e associazioni datoriali”.