Pubblicato il: 13/11/2019 alle 22:35
Il pangasio, originario del Vietnam, è uno dei pesci più consumati al mondo per il suo basso costo, il sapore delicato e la presentazione del filetto senza pelle o spine. Nonostante il suo basso contenuto proteico e il suo livello ancora più basso di omega-3, non è il profilo nutrizionale a preoccupare, ma piuttosto la sua alta concentrazione di clorato. Questo è l’oggetto dell’allerta alimentare proveniente dalla Germania, dove i filetti di pangasio sono stati campionati, e pubblicata sul sito www.lebensmittelwarnung.de sulla sicurezza alimentare del dicastero della salute tedesco. Nello specifico si tratta delle confezioni di filetti di pangasio "Golden Seafood" da 475 g" con la data di scadenza 06.03.2021. Dalle analisi di routine in autocontrollo dell'azienda, è stata riscontrata la presenza, in quantità significative, di clorato. Il prodotto in questione si troverebbe in Germania. “Considerata l’origine dell’alimento – sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello Sportello dei Diritti, – è probabile che sia presente anche sul mercato italiano (anche se al momento non ce ne sono prove). Al riguardo, non si hanno ancora notizie dal Ministero della salute nazionale. In Germania il prodotto, è stato ritirato dalla vendita. A destare più attenzione per i possibili effetti nocivi è soprattutto il clorato, un sottoprodotto dovuto all’uso di cloro nella disinfezione dell’acqua e delle attrezzature per l’elaborazione di prodotti alimentari. La presenza nei cibi, quindi, può derivare dall’impiego di acqua clorata, nella preparazione alimentare o nella pulizia dei macchinari per la produzione. Come per le tutte le sostanze potenzialmente nocive, gli effetti dipendono dalle quantità, dalla durata e dalla frequenza di esposizione, oltre che dalle condizioni del soggetto coinvolto. La prima conseguenza di un sovradosaggio moderato per via alimentare è l’aumento della pressione sanguigna, in quanto il cloro nei cibi si associa al sodio. Se questa condizione perdura negli anni, si favorisce l’insorgenza di accumulo di fluidi, patologie renali e cirrosi epatica, anche se le conseguenze non sono del tutto note. Per gli individui diabetici, alte ingestioni di questa sostanza possono aumentare i valori di glicemia e influire sul trasporto di ossigeno.