Un deserto. Dopo un anno e mezzo di Covid, alla prima fiera del libro dove ci siamo presentati, a Caltanissetta, non poteva andare peggio. Due persone, due in due giorni. Tante le presenze alla prima Mostra dei libri degli Editori Indipendenti Siciliani, dal 15 al 18 luglio a Palazzo Moncada. Nemmeno un benvenuto, nessuno ad attenderci, l'abbandono totale. Così, di comune accordo, noi editori, invitati sì, ma a nostre spese, abbiamo scelto di abbandonare la fiera anzitempo. Conserveremo un ricordo non proprio gradevole di questa esperienza.
Un record in otto anni di fiere: mai così poche persone nemmeno a Joppolo Giancaxio, comune agrigentino di un migliaio di anime. E dire che i presupposti perché tutto filasse liscio all'apparenza c'erano: la Mostra fa parte del più ampio festival Miniera (21 giugno-21 settembre), organizzato da Caltanissetta e la sua Provincia, con ben cinque Assessorati di supporto (Cultura, Turismo, Eventi, Ambiente, Politiche sociali). Cinque Assessorati con cinque loghi. Con il logo di Miniera sono sei. C'è anche quello generale della città di Caltanissetta, fanno sette. E poi c'è il logo della Mostra, sono otto. Con tutti questi loghi, ogni evento di Miniera dovrebbe essere stracolmo di gente. Compresa la fiera del libro. Ma i nove editori espositori (Algra, Cavallotto, Lussografica, Glifo, Il pozzo di Giacobbe, Kalós, Navarra, Salvatore Sciascia, Torri del vento) non hanno visto nessuno.
A fare loro compagnia, solo i muti mezzobusti in gesso che adornano le roventi aule della Galleria. E i libri. Tanti libri che aspettavano di essere letti da una Città che legge, che garantisce l’accesso ai libri e alla lettura, ospita festival, insomma fa di tutto per rendere i suoi cittadini dei lettori forti. Eppure, per l'assenza di rampe e sistemi di accessibilità, una ragazza in carrozzina ha dovuto chiedere aiuto proprio agli editori per varcare la soglia di un palazzo per lei inaccessibile. Altro che accesso garantito alla lettura.
Il Patto della lettura che volete stringere con i vostri cittadini è una cosa seria. Parla di futuro, di speranza. Ha a che fare con il lavoro, con la preparazione dei ragazzi. Non è roba da poco. La fiera del libro a Palazzo Moncada è l'ennesima occasione perduta. Organizzare un evento e trascurarlo rompe il patto. La fiducia viene tradita. E sorge anche il dubbio che gli eventi si organizzino solo per mettere i loghi nelle locandine. Nastrini al petto di un'amministrazione che si fregia di fare, ma che proprio non fa.