Revocato a Gela il licenziamento di 15 lavoratori della ditta “Riva & Mariani” che opera nell’indotto del petrolchimico dell’Eni, nel settore della coibentazione termica. L’accordo è stato siglato in prefettura, a Caltanissetta, da azienda, sindacati e dai vertici della raffineria, grazie alla mediazione del prefetto Carmine Valente.
Al personale, però, verrà garantito un anno di lavoro, in virtù delle limitate nuove commesse assegnate dall’Eni alla “Riva & Mariani”. Qualche mese prima della scadenza del contratto un confronto permetterà di stabilire se far ritornare il rapporto di lavoro a tempo indeterminato o se proseguire con proroghe temporanee o con riduzione dell’organico. Nell’infuocato clima sindacale dell’indotto di Gela, dove la profonda crisi occupazionale sta mettendo in pericolo migliaia di posti di lavoro (200 sono a rischio immediato), l’accordo alla Riva e Mariani rappresenta una boccata d’ossigeno e uno spiraglio di speranza.
Ma la protesta ora si sposta in municipio. Decine di metalmeccanici disoccupati stasera si accingono a presentarsi in consiglio comunale per manifestare la loro protesta durante la programmata seduta di lavori. Non si esclude l’istituzione di un presidio permanente all’interno dell’aula consiliare.
La “vertenza Gela” tornerà all’attenzione del governo nazionale il 21 ottobre, con la riunione al ministero dello sviluppo economico dei soggetti firmatari dell’intesa provvisoria del 30 agosto sulle sorti della raffineria gelese, che l’Eni vorrebbe chiudere (con pesanti tagli agli organici) per sostituirla con un impianto di produzione di bio-carburanti.