Pubblicato il: 12/01/2023 alle 08:40
La Corte di Cassazione, V sezione Penale, ha accolto il ricorso, avanzato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Enna, nonché i rilievi formulati dagli avvocati della giornalista Pierelisa Rizzo, Eleanna Parasiliti Molica e Giovanni Di Giovanni, annullando senza rinvio, il decreto del GIP del Tribunale di Enna che aveva disposto l’oscuramento del post pubblicato sul profilo facebook della giornalista dell’ANSA contenente le chat a sfondo sessuale intercorse fra il sacerdote Giuseppe Rugolo, arrestato ai domiciliari nel 2021 per violenza sessuale a danno di minori, ed altri giovani.
La vicenda traeva origine dalla querela sporta da Don Rugolo, contro la giornalista, che aveva pubblicato alcuni messaggi estrapolati dalle chat whatsapp dell’imputato, in risposta alle notizie distorte pubblicate da due testate on line, na di Enna e una di Ferrara che avevano escluso la presenza di materiale a sfondo sessuale nei supporti informatici del sacerdote. Le chat, pubblicate sul profilo della giornalista , peraltro, già contenute nell’ordinanza di custodia cautelare, invece testimoniano, inequivocabilmente, quale fosse il tenore delle conversazioni fra il sacerdote ed i ragazzi, nonché il modus operandi del prelato. Il post, dunque, resterà pubblico e nella libera disponibilità dei lettori.
La Procura della Repubblica di Enna aveva già rigettato la richiesta avanzata, sempre da Don Rugolo, di sequestro della totalità degli strumenti informatici in uso alla giornalista. “E’ chiaro l’intento di Rugolo e della Diocesi di Piazza Armerina di imbavagliare l’informazione e di colpire coloro che stanno sostenendo e difendendo Antonio Messina, il giovane che ha denunciato”, dichiara Pierelisa Rizzo, contenta che sia giunto un segnale chiaro a favore dell’informazione libera.