Pubblicato il: 25/06/2015 alle 08:47
Il dottor Marcello Maida
L’infezione da virus dell’epatite C rappresenta un problema sanitario di rilevante importanza in tutto il mondo. Da alcuni mesi sono disponibili nuove e innovative terapie per l’eradicazione di questa infezione. Chi deve essere trattato e come si accedere a queste cure?
“In Italia si stimano circa 1-2 milioni di soggetti infetti, con un prevalenza maggiore al sud e nella popolazione di età superiore ai 60 anni” ha spiegato Marcello maida, medico specialista in Gastoenterologia presso il Policlinico Giaccone di Palermo.
L’esperto ha spiegato che in molti casi l’infezione può decorrere in modo del tutto asintomatico senza determinare un danno epatico importante, tuttavia in altri casi il virus dell’epatite C può determinare un progressivo danno al fegato che culmina nel tempo fino alla cirrosi e alle sue complicanze, tra cui il cancro al fegato.
Come noto, negli ultimi anni sono state sviluppate nuove terapie efficaci per il trattamento dell’infezione da “HCV”, che prevedono un breve ciclo terapeutico (12 o 24 settimane) per via orale basato sull’uso di compresse, generalmente ben tollerate e che permettono di raggiungere tassi di guarigione compresi tra il 90 e il 100%. “Tali terapie – continua Maida – rappresentano un enorme passo in avanti rispetto ai vecchi schemi terapeutici basati sull’uso dell’interferone, i quali erano gravati da numerosi effetti collaterali, da una durata maggiore (24 o 48 settimane) e, soprattutto, da una efficacia nettamente inferiore. Gran parte di questi farmaci sono stati già approvati in numerosi paesi europei e sono già a disposizione del Sistema Sanitario Regionale. Nei prossimi mesi saranno disponibili altre combinazioni di farmaci molto efficaci”.
Le nuove terapie HCV sono tuttavia molto costose e gravano particolarmente sul servizio sanitario nazionale. La necessità di una corretta gestione delle risorse è stata affrontata in Sicilia, con la creazione della “Rete regionale HCV” una rete telematica che permette una gestione centralizzata dei 41 centri siciliani che gestiscono i pazienti infetti da virus dell’epatite C.
La rete è coordinata dal Policlinico di Palermo e di Messina che validano l’avvio delle terapie antivirali, mentre altri 21 centri in tutta la regione sono abilitati alla sola erogazione dei farmaci e 18 infine sono autorizzati al sola identificazione dei pazienti eleggibili alla terapia da riferire ai restanti centri. Tutti i pazienti infetti hanno indicazione al trattamento. Tuttavia considerate le risorse economiche limitate, la rimborsabilità dei farmaci è garantita solo a determinate categorie di pazienti. “Compito dello specialista quindi – chiarisce il dottor Maida – è quello di selezionare i pazienti che hanno priorità ad eseguire la terapia alla luce dei criteri AIFA, rispetto a tutti coloro che non hanno urgenza di essere trattati nel breve termine e che possono attendere una maggiore disponibilità dei farmaci. Nonostante le risorse tuttora limitate, i nuovi progressi scientifici e farmacologici lasciano tuttavia presagire uno scenario nel quale il prossimo futuro sarà dominato da una progressiva eradicazione di questa infezione, fino ad un abbattimento della sua prevalenza, almeno nei paesi sviluppati, come già accaduto nelle ultime decadi per altri patogeni”.