Pubblicato il: 23/07/2021 alle 18:06
Ancora una volta Caltagirone è sotto tensione. Oggi il personale di Polizia Penitenziaria in servizio presso la Casa Circondariale di Caltagirone, durante una regolare attività, notava che all’interno dei passeggi, un detenuto fortuitamente scavalca la recinzione e saliva sui tetti del fabbricato adiacente. Prontamente il personale faceva presto ad accorgendosi del detenuto e dava l’allarme, mentre questo tentava di nascondersi a terra per non essere visto, notato da più agenti, dalla sala regia ei passeggi e per sino da un reparto adiacente e il proficuo intervento di tutto il personale disponibile in quel momento che accorreva e, immediatamente, veniva ripreso il detenuto.
Trattasi di un detenuto di Nazionalità Italiana, ergastolano per aver rapinato e ucciso un’anziana donna nel Nisseno. Una tra le tante azioni che il personale di Polizia Penitenziaria è abituato a fare in perfetto silenzio e senza risonanze mediatiche – dice, Rosario Mario Di Prima, Coordinatore Nazionale del Si.NA.PPe, lavorando incessantemente per garantire la sicurezza dei cittadini in una condizione assai difficile e nel momento storico delicatissimo è proprio quella della sicurezza pubblica. Le carceri siciliane, come il penitenziario di Caltagirone, in questo momento hanno un deficit strutturale che non va sottovalutato, ma purtroppo, nello stesso tempo tutti gli istituti siciliani hanno condizioni difficili che mal si collocano nel quadro complessivo di crisi sotto l’aspetto organizzativo.
Quel reparto di Polizia Penitenziaria va potenziato immediatamente – afferma Di Prima -, va data sicurezza a tutto il personale di Polizia Penitenziaria. Non c’è più il tempo di pensare ma lo Stato deve agire senza sconti per nessuno, il piano di “Mobilità” appena predisposto dall’Amministrazione Centrale è assolutamente insufficiente per la Casa Circondariale di Caltagirone, trovandosi in una condizione numericamente sottodimensionata alle reali necessità. Riteniamo che i poliziotti penitenziari siano degni di meriti – aggiunge – Di Prima -, per due ordini di motivi, il primo per la loro abnegazione e il secondo per la professionalità. Va tutta la nostra gratitudine ai colleghi che hanno saputo impedire, con grande professionalità l’evasione di un criminale dall’Istituto penitenziario calatino.