“Questo processo accerta, secondo noi in maniera abbastanza solida, che Matteo Messina Denaro nella veste di reggente della provincia di Trapani, aveva partecipato alla commissione regionale e aveva ordito assieme a Totò Riina e agli altri l’inizio e il proseguimento della stagione stragista. Una sentenza che chiude il cerchio, per come ci aspettavamo del resto, che completa un iter relativo alla persona di Messina Denaro che vedeva già la condanna dello stesso per la partecipazione a tutti e sette gli episodi stragisti del continente”. Lo ha detto il procuratore generale di Caltanissetta Antonino Patti dopo la sentenza di condanna in secondo grado di Matteo Messina Denaro all’ergastolo. “Questa sentenza conferma che Messina Denaro ha partecipato alle stragi di Capaci e via D’Amelio – ha continuato Patti – ma anche che prese parte al progetto stragista già recandosi alla cosiddetta “missione Romana” nel febbraio-marzo ’92, in cui lui era sostanzialmente il ‘colonnello’ di Toto Riina per assassinare Falcone ma che poi per motivi vari fu rinviata Il fatto che la sentenza arrivi oggi nel giorno della commemorazione della Strage di via D’Amelio è importante perché non bisogna mai dimenticare i fatti del ’92. Oggi sicuramente viviamo in una situazione più serena da questo punto di vista ma mai dimenticare il dramma di quegli anni, il clima quasi da guerra che abbiamo vissuto e forse, se nel gennaio del ’93 quell’autobus che doveva esplodere all’Olimpico fosse esploso sarebbe cambiata tutta la storia. Per fortuna Dio non volle ma i progetti erano assai più tremendi di quelli che si registrarono. Le indagini – ha concluso Patti – proseguono su questo c’è la Procura guidata da Salvatore De Luca che sta lavorando a tempo pieno sui buchi neri che come sappiamo esistono ancora su quella stagione”.