Pubblicato il: 10/01/2016 alle 10:48
“Giubileo della Misericordia, istruzioni per l'uso”: e' questo il senso della lunga intervista concessa da Papa Francesco al vaticanista Andrea Tornielli, che la pubblica in un libro intitolato “Il nome di Dio e' Misericordia”, il primo firmato da Papa Francesco e coedito da Piemme e dalla Libreria Editrice Vaticana. Bergoglio vi affronta in modo organico il tema della Misericordia che si oppone alle troppe “dogane pastorali” che impediscono alle persone, in particolare alle piu' piccole e deboli, di ottenere la grazia dei sacramenti della quale la Chiesa e' custode e non certo padrona.
Tra i tanti temi affrontati, quello dell'accoglienza degli omosessuali e' forse il piu' spinoso. “Io – confida il Papa – preferisco che le persone omosessuali vengano a confessarsi, che restino vicine al Signore, che si possa pregare insieme. Puoi consigliare loro la preghiera, la buona volonta', indicare la strada, accompagnarle”. “Avevo detto: se una persona e' gay, cerca il Signore e ha buona volonta', chi sono io per giudicarla?”, ricorda citando le parole pronunciate nel luglio 2013 nel volo di rientro da Rio de Janeiro.
“Avevo parafrasato a memoria – spiega il Papa – il Catechismo della Chiesa Cattolica, dove si spiega che queste persone vanno trattate con delicatezza e non si devono emarginare”. “Innanzitutto – confida – mi piace che si parli di ‘persone omosessuali': prima c'e' la persona, nella sua interezza e dignita'. E la persona non e' definita soltanto dalla sua tendenza sessuale: non dimentichiamoci che siamo tutti creature amate da Dio, destinatarie del suo infinito amore”.
In tutte le 109 pagine del libro-intervista, Bergoglio esorta la Chiesa all'accoglienza e condanna le “dogane pastrali” basate su norme ecclesiastiche di fatto non fondate sul Vangelo, che impediscono a molta gente di ricevere i sacramenti con pretesti teologicamente infondati. E riferisce in proposito di una signora argentina che recentemente gli ha parlato di “un caso appena accaduto nella sua citta': un neonato di pochi giorni e' morto senza battesimo, in una clinica. Il prete non ha lasciato entrare in chiesa i genitori con la bara del piccolo, ha voluto che si fermassero sulla porta, perche' il bambino non era battezzato e, dunque, non poteva procedere oltre la soglia”.
“Quando la gente si trova di fronte a questi brutti esempi in cui vede prevalere l'interesse o la poca misericordia e la chiusura, si scandalizza”, osserva il Papa.