Pubblicato il: 10/10/2014 alle 15:49
L'Ordine degli ingegneri fa sentire la sua autorevole voce contro l'intenzione della Giunta Comunale di Caltanissetta di istituire un albo per consulenze gratuite da affidare agli esperti. In una articolata nota, il presidente dell'ordine Fabio Corvo spiega le ragioni di questo provvedimento che – a suo parere – contiene un principio inammissibile. Ossia che il lavoro va pagato.
“Al nostro Ordine pervengono segnalazioni e richieste di chiarimenti da parte dei Colleghi Iscritti, in ordine alla pubblicazione e pubblicizzazione da parte di alcuni Enti locali della nostra provincia, di avvisi di disponibilità per il conferimento di incarichi di esperti a titolo gratuito. Si osserva che le predette procedure, benché non esplicitamente rivolte ad appartenenti alle professioni tecniche, e nello specifico a quelle di ingegnere, contengono nelle materie e nei requisiti richiesti, evidenti riferimenti alle competenze professionali dell'ingegnere, oltre ché di ulteriori e diverse altre categorie professionali facenti capo ad Ordini e Collegi professionali”, spiega il giovane presidente dell'Ordine degli ingegneri della Provincia di Caltanissetta che aggiunge: “E’ opportuno evidenziare che l’art. 11 del codice deontologico, approvato dal Consiglio dell’Ordine, esclude che le prestazioni professionali possano essere svolte a titolo gratuito, con le sole eccezioni previste dall’art. 11.4, e dell’art. 11.5, ovvero i casi nei quali sussistono valide motivazioni ideali ed umanitarie, e per l’aiuto a colleghi giovani o in comprovato stato di difficoltà. La violazione delle norme predette integra naturalmente illecito disciplinare.
In nessuno dei bandi pubblicati si ravvisano i presupposti per l’applicazione delle predette eccezioni, essendo gli stessi finalizzati all’instaurazione di rapporti aventi il carattere di ordinarietà su questioni legate all’amministrazione degli Enti ed in particolare al conseguimento degli obiettivi politici del programma elettorale. Le prestazioni si configurerebbero pertanto di supporto alla macchina amministrativa ad adiuvandum delle competenze della struttura burocratica”.
Secondo Fabio Corvo, inoltre, “le forme contrattuali proposte, assumono il carattere di dichiarazione unilaterale d’obbligo a carico del professionista, al quale non verrebbe riconosciuta alcuna instaurazione di rapporti giuridici con l'Amministrazione, in violazione dell’art. 2233 del codice civile e dei principi elementari di tutela della professione dell'Ingegnere statuiti nel codice deontologico. Si ritiene infatti non compatibile con una condotta di decoro della professione, l'esercizio di un rapporto professionale non regolamentato, ne nei presupposti, ne nei risultati. Si ritiene parimenti che una struttura deformalizzata del rapporto professionale tra “esperto” ed “amministrazione”, non possa neanche garantire la tutela dei pubblici interessi cui la vigilanza nei confronti degli iscritti, non può non attenere a questo Ordine Professionale. Non possano trascurarsi – aggiunge Fabio Corvo – i possibili effetti correlati dei predetti affidamenti, suscettibilmente elusivi delle procedure di pubblica evidenza e distorsivi dei meccanismi di confronto concorrenziale fondati sul merito e capacità professionale. Le descritte procedure potrebbero astrattamente consentire affidamenti con elevato potere di discrezionalità politica, nel contesto del quale il Professionista potrebbe potenzialmente operare in materie ove potrebbe avere un interesse proprio o di terzi allo stesso riconducibili. Alla luce di quanto chiarito, invito i colleghi iscritti all’Ordine a valutare con attenzione e prudenza non solo l’instaurazione di rapporti professionali conseguenti alle procedure innanzi descritte, ma la stessa partecipazione agli avvisi di disponibilità, riservandosi questo Ordine di attivare ogni eventuale e futura azione a tutela della professione e delle pubbliche funzioni alla stessa correlate”.