Pubblicato il: 07/11/2013 alle 15:12
Èuno dei cinque esemplari rimasti al mondo, un aereo rarissimo che fa parte della collezione del Museo storico dei motori e dei meccanismi dell'Ateneo di Palermo e che adesso è stato restaurato e esposto permanentemente in una teca trasparente nell'atrio della facoltà di Ingegneria. L'aereo, un Fiat G-59 costruito a partire dal 1948, entrato in servizio nel 1950 e rimasto in linea come aereo da addestramento fino al 1965, è derivato dal caccia militare Fiat G55 in servizio durante la Seconda guerra mondiale ed è l'ultimo caccia a pistoni costruito nel mondo.
Equipaggiato con un motore Rolls-Royce Merlin, un V12 a 60 gradi turbocompresso da 1.440 cavalli, fu progettato per la Fiat dall'ingegner Giuseppe Gabrielli, nato a Caltanissetta nel 1903 e padre, tra l'altro, del primo aereo a reazione italiano di grande successo internazionale, il famoso G91.
Ora l'inaugurazione, con il rettore Roberto Lagalla, il direttore generale Antonio Valenti, il preside della facoltà di Ingegneria Fabrizio Micari, il delegato del rettore al Sistema museale Valerio Agnesi, il direttore uscente del museo Riccardo Monastero. “Un altro tassello – dice il rettore – che si aggiunge al ricco patrimonio di tesori dell'Università”. Il museo è diretto da Francesco Sorge e si avvale per le ricerche storiche di Giuseppe Genchi e della collaborazione tecnica di Beniamino Drago.
“Il restauro è stato rigorosamente conservativo – dice Genchi – ed è stato condotto da aprile a settembre con la collaborazione di alcuni studenti. Il museo, che è dotato di un suo laboratorio di restauro, si avvale per questo progetto della collaborazione della MeierMotors GmbH, azienda di restauro di velivoli storici, in possesso di un altro G-59. La collaborazione consentirà ai due enti di completare il restauro dei rispettivi aerei attraverso la condivisione di know-how e lo scambio delle parti reciprocamente mancanti, per realizzare duplicati, il tutto senza costi aggiuntivi”.
Il G.59 è stato ribattezzato il Mustang all'italiana, perché ricordava l'omonimo aereo americano che montava lo stesso motore. Il velivolo, prodotto sia in versione monoposto che biposto, ha un'apertura alare di 11,85 m, è lungo 9,48 m ed alto 3,68 m. Ha una massa a vuoto di 2.850 kg e può raggiungere la velocità massima di 609 km/h.