Pubblicato il: 10/04/2014 alle 07:38
Leandro Janni, Presidente regionale di Italia Nostra Sicilia, commenta la chiusura della Grande Piazza in Corso Umberto che, dopo soli sei mesi, è danneggiata al punto tale da dover essere nuovamente sistemata. Le basole ?instabili? in pietra lavica – che sono state imputate al passaggio di mezzi pesanti – sono, secondo il parere
dell’associazione imputabili esclusivamente ala direzione dei lavori.
“Certamente i lavori sono stati realizzati male e con materiali non adeguati alle necessità prestazionali. Ad esempio, le basole in pietra lavica avrebbero dovuto essere di spessore minimo di 30 cm. e a forma di cuneo. In più, si evidenziano errori tecnici nelle quote, nelle pendenze, nel massetto sottostante”.
Italia Nostra punta il dito non soltanto contro l’azienda che ha materialmente realizzato il lavoro ma anche contro chi ha diretto il progetto che – sottolinea l’associazione – non erano gli stessi progettisti che hanno vinto il concorso “La Grande Piazza”.
Questi, infatti “sono stati di fatto estromessi dalla direzione dei lavori e tale direzione è stata assunta da un ingegnere dell’Ufficio tecnico comunale, dal medesimo tecnico-ingegnere che aveva, nel 2009, diretto i disastrosi lavori di ripavimentazione di Piazza Garibaldi”.
In merito a quella piazza Italia Nostra cinque anni fa aveva dichiarato che si trattava di “un progetto dagli inspiegabili moduli geometrici realizzati con scadenti mattoni in conglomerato lavico e inserti di pietra bianca a moduli quadrati, che compongono uno straniante quanto banale effetto grafico? Per non parlare delle vertiginose pendenze, dei salti di quota, del deflusso delle acque piovane e dei conseguenti danni provocati al prospetto principale della Cattedrale Santa Maria La Nova. E d’altronde, il progetto manca, tra le altre cose, di un piano quotato. E poi, gli insopportabili e già sperimentati corpi illuminanti a pavimento con proiezione luminosa verso l’alto (che non hanno mai funzionato), integrati da insignificanti, surreali lampioni di produzione contemporanea. Cosa pensare, infine, della grave cancellazione di due gradini della storica Fontana del Tritone, vero e proprio sfregio, danneggiamento al patrimonio storico-artistico della Città?”.
Oltre il danno per la città Leandro Janni sottolinea la “beffa” rivolta a tutti i cittadini con quella che è stata definita dal Presidente una “sorta di targa auto celebrativa” in conglomerato lavico, incastonata in un angolo della Piazza, con inciso il nome e il cognome del progettista e direttore dei lavori. Questa, per Italia Nostra, è un dettaglio significativo che mostra come “il diavolo si annida nei dettagli e di certo la strada per l?inferno è lastricata di buone intenzioni. E? indubbio, comunque, che in una città normale certe cose non dovrebbero mai accadere né ripetersi”.