Pubblicato il: 24/09/2014 alle 15:46
Un’estate di pesanti disagi nella distribuzione idrica vissuta dai cittadini della provincia di Caltanissetta. In particolare l’area sud: Niscemi, Riesi, Mazzarino, Butera e Gela, rimasti a secco a causa di guasti e rotture della condotta idrica, mentre Siciliacque lascia fermo il dissalatore di Gela, che da solo garantirebbe l’erogazione a tutta la fascia di comuni”. Duro affondo contro Siciliacque da parte del segretario generale della Cisl, Emanuele Gallo, che in un documento contesta la società che gestisce il servizio idrico.
“Dai primi di luglio, come accade ormai ogni anno, Siciliacque ha ridotto la portata nella zona sud della provincia nissena, dove da una settimana non arriva più l’acqua a causa di una serie di rotture nella condotta Blufi. Il record si è avuto nel mese di settembre. Prima un guasto all’impianto elettrico negli impianti di sollevamento a Niscemi, poi una perdita nell’acquedotto in contrada Braemi. Un altro guasto è stato rilevato nella conduttura tra Barrafranca e Mazzarino”, aggiunge il sindacalista.
“Guasti a catena che hanno lasciato a secco migliaia di famiglie, eppure il servizio idrico ha visto l’aumento indiscriminato delle tariffe idriche del 70% in sette anni.
Assistiamo da ben quattro anni al fermo ingiustificato del dissalatore di Gela che potrebbe erogare 240 litri al secondo di acqua; il dissalatore di Porto Empedocle potrebbe erogare 100 litri al secondo di acqua, entrambi qualitativamente migliori delle dighe”.
Il dissalatore di Gela e quello di Porto Empedocle sono costati rispettivamente 50 milioni e 20 milioni di euro. Il primo, impiegava 20 operai, il secondo 11 operai, tutti in mobilità. Nel frattempo il danno dovuto al fermo degli impianti rischia di diventare irreversibile. La Regione Siciliana – aggiunge il segretario della Cisl – che possiede la società Siciliacqua al 25%, spieghi ai cittadini perchè dal 2012 non ha dato seguito al protocollo d’intesa firmato tra la Regione Siciliana, la Siciliacqua spa e le OO.SS. con cui si garantiva la riapertura dei dissalatori di Gela e Porto Empedocle e l’assunzione da parte di Siciliacqua di tutto il personale alle dipendenze dei precedenti gestori. Ad una strategia sbagliata che ha portato a chiudere impianti funzionanti che davano occupazione, è stata affiancata un’azione politica fallimentare del Governo Regionale , con il rinvio del disegno di legge in materia di risorse idriche bloccato in IV commissione all’Ars da quasi due anni”, conclude Emanuele Gallo.uele Gallo