Fabrizia Di Lorenzo, generazione Erasmus, «expat», una dei tanti ragazzi che lasciano l’Italia per lavorare, uccisa a Berlino, vittima del terrorismo, a 31 anni. Una «sorella» di Valeria Solesin, entrambe trasformate in eroine non da una fine tragica che non hanno cercato ma da quella loro forza di reagire, di non commiserarsi, cercando altrove il futuro che un’Italia poco generosa con i giovani non le offriva. Warum? Perché? Una domanda che rimbalza sui muri di Berlino, città ferita, attonita. E che non ha risposte. «Lei si sentiva europea», dicono i suoi amici di Sulmona, raccontando questa ragazza vitale, coraggiosa, orgogliosa, che credeva nell’integrazione. Che sognava un mondo senza frontiere e senza insicurezze. Sognava. Perché solo un alito di speranza ancora ieri a tarda sera separava il tempo imperfetto dal presente. Piange il padre, Gaetano, in attesa di partire anche lui. Ha sperato nel miracolo protetto nella sua città mentre la moglie e l’altro figlio inseguivano una speranza volando nella notte in Germania. Quando la notizia arriva portata dalle edizioni speciali dei tg, il tempo si ferma in casa Di Lorenzo. La televisione che rimanda le immagini terribili. Nessuna chiarezza su connazionali coinvolti. La paura che cresce quando Fabrizia non risponde al cellulare. E non è da lei. Fabrizia avrebbe immediatamente mandato un sms per tranquillizzare i suoi cari. La vita di una famiglia che si congela e cambia per sempre.
«Abbiamo capito che era finita stanotte all’una e mezza», dice il padre Gaetano, impiegato delle Poste, molto conosciuto a Sulmona, come lo è Fabrizia. «Siamo stati noi a chiamare la Farnesina, ma l’aiuto più grande ce lo hanno dato i carabinieri di Sulmona», spiega il padre. «Ci siamo mossi coi nostri canali, ma da quanto mi dice mio figlio da Berlino, non dovrebbero esserci più dubbi. Èlì con mia moglie in attesa del Dna, aspettiamo conferme, ma non mi illudo». Solo dopo la comparazione del profilo genetico con le vittime non identificate si potrà avere la certezza del destino della ragazza.
Ma ora dopo ora le speranze si piegano ai fatti: il cellulare di Lorenza e la sua tessera della metropolitana vengono trovati per terra vicino Breitscheidplatz, il luogo della strage. Èstato un ragazzo a portarli alla polizia. Quando poi, ieri, Fabrizia non si è presentata al lavoro, alla 4flow Ag, società tedesca che si occupa di servizi per la logistica e i trasporti, è stato impossibile non pensare al peggio. Ci sarebbero anche altri due ragazzi italiani feriti, in maniera lieve.
(Fonte La Stampa.it)
https://www.lastampa.it/2016/12/21/esteri/fabrizia-sceglieva-i-regali-di-natale-quando-il-tir-ha-travolto-il-mercatino-31iEigO02zgvVErdmA50VI/pagina.html