Pubblicato il: 25/01/2016 alle 10:40
Il prossimo 30 gennaio a Roma si svolgerà il secondo Family Day che mira a bloccare il disegno di legge Cirinnà. Un appuntamento al quale sarà presente anche il Centro di aiuto alla vita (CAV) presieduto da Giuseppa Naro.
“Siamo convinti che la famiglia sia un patrimonio universale, il luogo e il grembo della vita, la prima scuola di umanità, di relazioni, di dialogo – ha commentato la presidentessa -. Sconvolgere questo bene dell’intera società, non potrà non avere profonde ricadute sulla natalità, sull’educazione delle giovani generazioni, sulla produzione di ricchezza e il risparmio, sulla solidarietà tra gli individui e le generazioni”.
Per coloro i quali volessero partecipare all’incontro il Cav informa di essere disponibile, attraverso la territoriale romana, a fornire supporto logistico a chi arriverà nella Capitale.
Nella sede del CAV Palatino, in Piazza Santa Anastasia 1 (accanto al Circo Massimo), sarà allestito un “Punto Accoglienza” per la distribuzione di materiale, bevande calde e spazi per le mamme che devono allattare o cambiare i loro bambini.
Il padre rettore della Basilica di Santa Anastasia, metterà a disposizione i bagni presenti, ai quali sarà possibile accedere dall'esterno; darà la possibilità di ripararsi o pregare nella Basilica adeguatamente riscaldata.
Informazioni logistiche aggiornate saranno disponibili alla pagina www.difendiamoinostrifigli.it
“Il ddl Cirinnà – ha concluso Giuseppa Naro – si muove contro l’intesse dei bambini e delle famiglie: non solo perché attraverso il meccanismo dell’adozione da parte del partner dell’unione omosessuale sacrifica i diritti dei bambini ai desideri degli adulti; non solo perché incoraggia il ricorso alla maternità surrogata attraverso lo sfruttamento del corpo di donne bisognose da parte di omosessuali maschi che possono permetterselo; ma soprattutto perché esso contiene al suo interno una equiparazione, anche terminologica, dell’unione omosessuale al matrimonio e del partner dell’unione al coniuge. Èprevista inoltre l’applicazione all’unione civile delle disposizioni vigenti per il matrimonio in tema impedimenti, obblighi, cognome, stato civile, patrimonio e alimenti, comunione dei beni, eredità e successione, pensione di reversibilità, separazione e divorzio.
Riteniamo un errore che le forze politiche e lo stesso governo si siano fatti trascinare in una simile deriva radicale, alla quale il nostro popolo è istintivamente contrario e che rischia di creare conflitti con la Costituzione”.