Pubblicato il: 10/01/2014 alle 14:22
Una fittissima rete di rapporti in tutta Italia nel mondo degli appalti pubblici quella che aveva Paolo Farinella e che è stata scoperta dal Centro di Dia di Caltanissetta in questi anni che ha indagato sul suo conto, scavando nel suo variegato patrimonio, fra migliaia di carte, documenti, libri societari e contabili. Un excursus patrimoniale a ritroso, passato attraverso l'analisi di atti datati 1976. Agganci importanti per appalti ghiottissimi sui quali da tempo gli investigatori della Direzione investigativa antimafia nissena hanno puntato l'attenzione. Spiando anche le telefonate tra Farinella e funzionari dell'Anas e delle Reti Ferroviarie Italiane, la società partecipata delle Ferrovie dello Stato che gestisce la manutenzione della rete viaria sui binari. “Farinella – ha spiegato in conferenza stampa il capo centro della Dia, Gaetano Scillia affiancato dal tenente colonnello Manuel Licari e dal tenente colonnello Francesco Papa che hanno coordinato l'indagine patrimoniale – era titolare o cointeressato di società che si occupavano della costruzione di importanti opere pubbliche italiane. Parliamo di importi a base d'asta per 30-40 milioni di euro eseguite da importanti stazioni appaltanti come l'Anas, Rfi e l'ente portuale di Messina”.
E poi c'è quell'appalto da 12 milioni di euro curato dalla Deanco Srl – impresa a lui riconducibile secondo gli inquirenti nisseni – per la realizzazione della strada statale 115 che collegava al porto di Mazzara del Vallo. E per la fornitura del calcestruzzo, Farinella si sarebbe servito dall'azienda “Ericina Costruzioni” del boss Mariano Agate. Non solo: dagli accertamenti eseguiti dalla Dia di Caltanissetta, Farinella sarebbe stato in rapporti d'affari anche con un esponente mafioso della cosca mazarese, Calogero Cangelosi mentre il figlio venne assunto in uno dei cantieri.