Pubblicato il: 29/03/2014 alle 16:06
Condanna a 9 anni di reclusione per la madre e a 5 anni e mezzo per il padre della ragazzina costretta dai genitori a prostituirsi. Sono le condanne che la Procura di Caltanissetta ha chiesto al Gup Marcello Testaquadra, che sta processando col rito abbreviato la coppia di coniugi accusati di avere venduto le prestazioni sessuali della figlia minorenne al loro anziano datore di lavoro, anche lui imputato. La storia è avvenuta a Leonforte, paese della provincia di Enna.
Il pubblico ministero Roberto Condorelli, al termine della sua requisitoria nella quale ha sottolineato come la dimostrazione della assoluta attendibilità della ragazza vittima della turpe vicenda, ha sottolineato che la squallida storia è confermata da un dato incontrovertibile. Il test del Dna sul bambino avuto dalla ragazzina ha confermato che è figlio dell’anziano sotto processo. Al termine della requisitoria il pm ha chiesto 9 anni di reclusione e 16 mila euro di multa per la madre della vittima, a 5 anni e 6 mesi e multa a 10 mila euro per il padre della ragazzina e la condanna a 2 anni e la multa a 4 mila euro per l'ottantenne che ha reso madre la ragazzina e che pagava i rapporti sessuali che avrebbe periodicamente consumato con lei nella casa dei genitori della vittima.
Il 14 aprile, dopo le arringhe degli avvocati Gaetano Giunta e Antonio Impellizzeri, è attesa la sentenza. I genitori avrebbero costretto la figlia, all’epoca quindicenne ad avere rapporti sessuali con l'anziano datore di lavoro, che mise incinta la ragazza. La vicenda sarebbe andata avanti fino a quando nel 2008 la ragazzina diede alla luce un figlio.
Secondo gli inquirenti i coniugi, per far fronte alla difficoltà finanziarie, fecero prostituire la figlia con il datore di lavoro che periodicamente – almeno un paio di volte al mese – si recava nell’abitazione dei suoi dipendenti dove si sarebbero consumati gli incontri pagati svariate centinaia di euro.