Pubblicato il: 19/08/2022 alle 15:39
I carabinieri hanno fermato su ordine della procura di Messina F. B. , 18 anni, indagato per l’omicidio di Massimo Canfora, 56 anni, operatore ecologico trovato morto ieri in casa, con ferita da arma da taglio, a Letojanni, in provincia di Messina. A causare la morte sarebbero stati diversi fendenti: si è andati alla ricerca dell’arma, che sembrerebbe essere un coltello. Non è facile ipotizzare un movente: Canfora era benvoluto da tutti e non aveva mai avuto screzi con nessuno, né sul lavoro né nella vita privata. Non si esclude che qualcuno abbia tentato di derubarlo. Sembra che lui stesso abbia aperto la porta all’assassino, probabilmente perché lo conosceva.
I carabinieri battono diverse piste per scoprire il movente che avrebbe spinto l’indagato, un giovane tunisino di 18 anni, a colpire con un coltello Massimo Canfora. E’ valutato anche il movente passionale. Il pm ha emesso il fermo, dicono gli investigatori, “sulla base di una prima valutazione delle fonti di prova acquisite e ritenendo la ricostruzione fornita dal giovane in contrasto con le dichiarazioni testimoniali acquisite dagli investigatori, avendo ravvisato il pericolo che, nelle more del procedimento, l’indagato possa darsi alla fuga o fruire di connivenza e protezione in ambienti criminali o familiari, anche in ragione delle sue origini tunisine». L’indagato è nel carcere di Messina Gazzi.