Pubblicato il: 24/04/2021 alle 21:17
"Una situazione trascurata dalla storiografia ufficiale, è quella relativa all’attività nel territorio siciliano dei “Comitati di Liberazione Nazionale”, che durante il conflitto ebbero una proficua operosità sia a Palermo e in molti i centri dell’Isola tra cui anche Gela. Quindi, sarebbe opportuno che quanto accaduto a Gela in quel periodo diventasse oggetto di studio e di ricerca, non fosse altro per avere un quadro storico più ampio sul contributo della città di Gela alla causa nazionale della Liberazione". E' quanto afferma in una lettera il prof. Nuccio Mulè, cultore di storia patria di Gela.
"In questo contesto sarebbe anche proficuo aggiungere alla ricerca anche quelli che a diverso titolo combatterono il fascismo con azioni di resistenza, spionaggio e di collaborazione con gli Alleati; a Gela, addirittura nell’imminenza dello sbarco operarono con l’intelligence anglo-americana tre centri: il primo sul Corso ubicato nell’ex palazzo Nocera-Bruccoleri, il secondo in via Giacomo Navarra Bresmes nel palazzo in cui a piano terra vi era un deposito di legname di tale Tranchina, personaggio legato a Salvatore Aldisio, e il terzo a Capo Soprano nella villa de “La Corvetta” di proprietà del principe Pignatelli (poi di proprietà del Cav. Luigi Bodanza).
Da una recente ricerca sulla tematica della Liberazione, sono riuscito inoltre a individuare – spiegail prof. Mulè – i nominativi di ben 60 partigiani gelesi che ebbero un ruolo importante nella Resistenza e nella Liberazione nelle regioni del Nord Italia. Non solo, in tale ricerca sono anche compresi una cinquantina di conterranei che a diverso titolo operarono qui a Gela nell’ambito dell’antifascismo con l’istituzione nel 1944, e forse anche prima, di un “Comitato di Liberazione Gela”.
Tra i sessanta partigiani gelesi – scrive Mulè – sono compresi due donne: Puzzo Angela di Fortunato e di d’Aleo Rosaria. Partigiana, con qualifica di Benemerita, in Piemonte con la 2a Div. della 183a Brigata “Valle Aosta”; Crapanzano Angela di Emanuele e di Turco Santa Maddalena. Partigiana, con qualifica di Patriota, della Formazione della 1a Div. “Langhe” col nome di battaglia “Gina”. Tra i 50 e passa gelesi che operarono qui nell’ambito dell’antifascismo vogliamo ricordare due nomi, i compianti Prof. Vincenzo Giunta e la maestra Gina Pane. Il prof. Giunta, ancora studente universitario, da antifascista si unì alla Brigata di Combattimento “Mantova”. Nel 1995, nel 50° anniversario della Liberazione, il Comune di Gela gli conferì un attestato di riconoscimento “per aver fedelmente servito in armi la Patria e contribuito alla riconquista della libertà del Popolo Italiano
. Riconoscente la città”; Gina Pane oltre alla militanza antifascista fu una delle poche donne gelesi in una moltitudine di uomini, che partecipò attivamente alle fasi della ricostruzione, prima durante la campagna per il referendum del giugno del 1946 e poi nelle consultazioni politiche nell’aprile del 1948 col Fronte Democratico Popolare per mettere in risalto l’ideale socialista ed il riscatto dalla miseria e dall’analfabetismo dei lavoratori. A parte le riunioni clandestine con gli antifascisti di Gela, la maestra Pane stabilì numerosi contatti con politici gelesi di allora come il senatore della Repubblica Vincenzo Tignino e il deputato alla Camera Giovanni Cartia. Nuccio Mul