Uno dei due carabinieri accusato di violenza sessuale si è presentato ieri in procura a Firenze ammettendo di aver avuto un rapporto con una delle due ragazze, ma spiegando che "lei era consenziente". Ha riferito di essere stato invitato a salire. E' questa la linea di difesa contro la denuncia di stupro delle due studentesse.I due militari comunque sono stati sospesi precauzionalmente dall'impiego con il provvedimento già notificato.
"Le due ragazze sono sconvolte per quanto accaduto, si devono ancora riprendere dal terribile shock. La scuola aveva detto loro che dovevano fidarsi solo ed esclusivamente della polizia e dei carabinieri. Ex post, questo avvertimento suona paradossale". Così dice l'avvocato fiorentino Gabriele Zanobini, che difende una delle due studentesse americane, quella di 19 anni, che ha denunciato di aver subito violenza, con l'amica di 21 anni, da parte di due carabinieri. "La violenza sessuale – spiega il legale – non si consuma solo con la violenza fisica o con la minaccia. Si consuma anche, e lo dice il codice penale, abusando delle condizioni di inferiorità psichica o fisica al momento del fatto. E le due ragazze erano in una situazione alterata, anche a causa dell'alcol. In questa fattispecie segnalata dal codice penale il non consenso è implicito".
Secondo il legale, esiste poi un'aggravante nei confronti dei due carabinieri, prevista dall'articolo 61 del codice penale, che punisce "il fatto commesso con abuso del potere o con violazione dei doveri inerenti una pubblica funzione: qui siamo di fronte a due pubblici ufficiali che avrebbero dovuto proteggere e non abusare delle ragazze".
Le ragazze adesso sono lontane dalla città, "in un posto sicuro, al riparo dal clamore" racconta chi le ha viste e le descrive come molto provate. Ventuno e diciannove anni, americane, a Firenze da pochi giorni, dalla fine di agosto, per studiare in una delle università . Si sono fidate dei carabinieri, della loro divisa per questo hanno accettato l'altra notte un passaggio in auto dalla discoteca fino a casa, in centro storico. Un tragitto di tre chilometri percorso intorno alle 3. Adesso gli investigatori della squadra mobile stanno ultimando i controlli sulle telecamere della zona, ma hanno già trovato i riscontri che cercavano: la gazzella entra nella piccola e stretta via in cui abitano le studentesse e ne esce ventitré minuti dopo. Cosa è successo in quel lasso di tempo? Le ragazze denunciano lo stupro, l'aggressione sulle scale e in ascensore. Loro nel terrore e nell'impossibilità di difendersi: avevano bevuto molto, una non era in grado nemmeno di camminare. L'altra è comunque in uno stato confusionale.
L'avvocato Zanobini spiega anche che le studentesse "non hanno sottoscritto una assicurazione specifica anti-stupro e non sapevano nemmeno di avere una copertura assicurativa generica, di quelle che l'università americana fa in automatico per tutte le allieve che vengono in Italia". Questo per smontare l'ipotesi che le ragazze possano aver inventato l'aggressione per un profitto economico. (Laura Montanari, Repubblica.it – https://firenze.repubblica.it/cronaca/2017/09/09/news/firenze_l_avvocato_delle_ragazze_non_sapevano_nemmeno_di_avere_una_polizza_assicurativa_-175016682/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P3-S1.8-T1) Foto Corriere della Sera