Pubblicato il: 09/01/2015 alle 08:45
Èfinita l’epoca del contratto a tempo indeterminato per i lavoratori della Formazione professionale. A sostenerlo oggi l’assessore a Mariella Lo Bello nel corso dell’incontro con i sette lavoratori che 24 ore fa si erano abbarbicati nei locali dell’assessorato regionale alla Formazione professionale. I lavoratori speravano in un epilogo diverso, auspicavano una soluzione all’annoso problema del lavoro perduto per la revoca dell’accreditamento agli enti, Ial e Cefop, ai quali appartenevano, E invece, nulla di tutto ciò. Anzi, a quanto abbiamo appreso, l’assessore-sindacalista avrebbe confermato che il carico dei personale operante nella Formazione professionale sul bilancio della Regione siciliana era da tempo troppo pesante e va alleggerito. L’altra mossa dell’assessore Lo Bello pare sia stata quella di confermare che non ci sono soluzioni per gli enti revocati o de finanziati. Per tali soggetti, ex dipendenti di enti oramai fuori dal sistema di finanziamento pubblico nel settore, rimasti privi di lavoro, non rimane che arrangiarsi. Come però non è dato conoscere. Èl’amaro epilogo di una volontà strisciante e tenace del Governo presieduto da Rosario Crocetta di sfoltire il settore abbandonando i lavoratori al loro destino. Questo significa che tutti gli accordi sottoscritti, e sono tanti, con le sigle sindacali, non ultimo quello che ha dato vita alla mobilità orizzontale regionale, sarebbero carta straccia. Un dato è possibile riscontrare tirando le somme dell’incontro odierno: finalmente è chiaro ed inconfutabile il disegno dell’esecutivo regionale che non ha alcuna voglia di mettere in campo strumenti di sostegno alla fuoriuscita anticipata dal settore di una parte, seppur considerevole, degli operatori. Sono in 4000 a rischiare di restare al margine del mercato del lavoro definitivamente. Si registra, in tal senso, il fallimento anche della rappresentanza e del Contratto collettivo di lavoro della categoria messo da parte dall’esecutivo regionale.
E quel che è peggio, la scelta di snellire il settore non dipenderebbe – almeno così sembra – da problemi di bilancio regionale, atteso che da almeno tre anni il settore si alimenta con fondi extraregionale, ma dall’impeto elettorale di formare un nuovo esercito di precari duttili al momento del voto. Se così dovesse essere, se questa dovesse rivelarsi la vera spinta alla macelleria sociale in corso, beh si porrebbe certamente una questione morale oltre che giuridica. L’atteggiamento registrato durante l’incontro con i lavoratori dalla sindacalista Lo Bello è senza alcun dubbio quello di un assessore che avrebbe inferto un colpo mortale alla legge regionale n.24 del 6 marzo 1976 ed alle norme successive, annientando il volere del legislatore siciliano. Ci può stare che un settore vada sfoltito, ma da sempre lo si è fatto mettendo in campo tutti gli strumenti legislativi previsti per tutelare i lavoratori nella fase critica successiva alla perdita del posto di lavoro. Questo non lo si è riscontrato almeno fino ad oggi, il un settore dove il Governo Crocetta ha solo fatto sfracelli sociali.
Adesso all’Assemblea regionale siciliana si apre la partita della riforma del settore, Se questi sono gli auspici i lavoratori avranno ben poco da sperare. Resta il dubbio sul ruolo dei sindacati che sulla scorta del nuovo scenario che sempre più va delineandosi per il settore non sembrano propensi ad alzare le barricate per difendere i lavoratori. Se così fosse la fine del film sarebbe già annunciata per una parte considerevole degli 8000 operatori della Formazione professionale.
Di Peppe Messina