Pubblicato il: 14/10/2014 alle 09:40
Ha perso un marito seppellito da una tonnellata di fango, ma non ha intenzione che la sua dignità e quella dei due bambini sia sepolta dall'indifferenza di chi le ha promesso un aiuto ma ha ritrattato la mano. Daniela Pernicano è una giovanissima vedova e ora ha deciso di rompere il silenzio. Suo marito Santo Notarrigo è l'imprenditore morto all'età di 35 anni nella frana di via Mario Gori, quella valanga di fango e mattoni che il 28 gennaio del 2009 uccise anche il diciannovenne Felice Baldi. Da allora Daniela è rimasta sola e con grandi sacrifici ha cresciuto i suoi figli, un maschietto di 12 anni che frequenta la seconda media e femminuccia di 11 che va in quinta elementare. Questa giovane e combattiva madre non ha il tempo e la voglia di abbattersi, di piangersi addosso. Così ha deciso di affidare il suo sfogo a SEGUONEWS, per lanciare un appello a chiunque possa darle una opportunità di lavoro. Stufa delle promesse di chi ha approfittato della tragedia che in un piovoso pomeriggio d'inverno le ha scombussolato il destino, cancellato i disegni della sua vita soltanto per un misero tornaconto elettorale, stroncato i sogni che aveva in progetto con il suo Santo.
“Finora ho sopravvissuto con gli indennizzi che l'Inail riconosce ai miei figli fino all'età di 18 anni, ma non si tratta di cifre elevate come qualcuno può immaginare e comunque ci sono serviti per pagare le bollette e l'affitto della nostra casa, affrontare le esigenze dei bambini che crescono come i libri e il vestiario. Io vorrei soltanto un lavoro che mi consenta di dare un futuro più dignitoso ai miei bambini, perché in questi anni ho ricevuto soltanto promesse da alcuni esponenti politici, qualche consigliere comunale ad esempio, che ha bussato a casa mia soltanto per chiedermi il voto. Sono stata presa in giro, questa è la verità”.
Daniela Pernicano, subito dopo la frana mortale che si portò via per sempre il marito, ha lavorato come addetta alla mensa all'Istituto Testasecca di viale della Regione. “Si è trattata di una esperienza durata quattro mesi e soltanto per poche ore alla giornata – aggiunge ancora la vedova dell'imprenditore – ma da allora ho trovato le porte chiuse dovunque e decine di promesse da chi ha sfruttato il mio dolore. Chiedo a chiunque di darmi la possibilità di lavorare anche part-time, non voglio rubare nulla a nessuno, ma che mi dia la certezza di assicurare un'entrata sicura alla mia famiglia per riacquistare un po' di serenità”.
Daniela e i due figli vivono in un appartamento in affitto. Inizialmente il Comune le aveva concesso un alloggio popolare in piazza del Minatore, al villaggio Santa Barbara. Ma è dovuta scappare da lì e spiega perché: “Le stanze erano piene di umidità, era impossibile viverci tantè che nel giro di un mese i bambini hanno contratto la broncopolmonite che ho fatto certificare anche da un medico e molti mobili sono stati danneggiati”. Chi ritiene di poter aiutare Daniela Pernicano può contattare la nostra redazione attraverso la mail redazione@seguonews.it .