Pubblicato il: 10/05/2023 alle 16:22
(di Vincenzo Falci, Giornale di Sicilia) Fingendosi clienti come tante, tre sospette giovanissime ladre avrebbero arraffato un po’ di merce da un grande store di articoli sportivi. Un tentativo sarebbe andato in porto, un secondo no. Ma alla fine le tre, due delle quali a quel tempo minorenni, sono state smascherate, denunciate e, adesso, processate per furto e tentato furto. Episodi consumati ai danni del Decathlon di contrada Bigini, al centro commerciale «il Casale» di San Cataldo. E alla fine una quattordicenne, che adesso ha raggiunto la maggiore età – assistita dall’avvocato Fausto Giuliana – ha ottenuto il perdono giudiziale per il tentato furto di un sotto tuta di colore nero e un paio di scarpe da calcio. Mentre per il furto di un bel po’ di roba, che alla fine è stato ricondotto alla maggiorenne per la quale ha proceduto la procura ordinaria, la stessa adolescente è stata assolta per «non avere commesso il fatto».
Assolta da entrambe le imputazioni, invece, un’allora diciassettenne – assistita dall’avvocatessa Filomena La Vecchia – per quello che in passato veniva indicata come «insufficienza di prove», ma che poi nel 1989 è stato abolito con l’ultima versione del codice di procedura penale. Questo il verdetto che alla fine ha emesso il tribunale per i minorenni presieduto da Umberto Zingales
Secondo l’accusa, le tre ragazze, il 6 dicembre del 2018, si sarebbero presentate nello store prendendo un po’ di roba dagli scaffali. Nel primo dei casi in questione, il tentato furto di scarpe e sotto tuta, sono state bloccate ancor prima di uscire dal negozio da una commessa che ha udito l’allarme innescato dalle placchette antifurto sugli stessi capi che stavano tentando di rubare. Ma sempre quello stesso giorno di dicembre di cinque anni fa, sarebbero riuscite a portare via un po’ di merce, tra berretto di lana, un paio di occhiali scuri, quattro paia di pantaloni, una felpa e due maglie con maniche lunghe, tutta merce di note griffe. E in più la procura ha contestato loro un paio di aggravanti, a cominciare dal concorso di tre persone e la violenza sulle cose. Ma alla fine per le due minorenni il processo s’è chiuso in maniera indolore, senza alcun verdetto di colpevolezza.