Pubblicato il: 11/06/2020 alle 17:05
Buongiorno Sig. Presidente,
mi chiamo Donatella e sono una siciliana trasferita in Veneto per lavoro, le scrivo perché ho a cuore una questione.
Sa Presidente dopo anni di gavetta, di sacrifici immensi per raggiungere obiettivi, una posizione lavorativa ed uno stipendio che mi permettesse di vivere dignitosamente, il mio compagno ed io abbiamo deciso di sposarci nella mia amata terra, la Sicilia, quella terra che a malincuore ho dovuto abbandonare, lasciando la mia famiglia, i miei amici e tutto ciò che per anni mi aveva circondata.
E così dalla proposta in poi sono iniziati i preparativi, abbiamo deciso di fare tutto da soli, lei sa Presidente le nostre usanze quando si parla di matrimonio, ma noi grati ed orgogliosi per ciò che siamo riusciti a fare negli anni abbiamo deciso che avremmo fatto dei sacrifici, tanti, ma avremmo pensato noi a tutto.
Effettivamente è andata così, fino a quel maledetto 9 marzo, giorno del mio compleanno, in quel preciso giorno è cambiato tutto, è cambiato il mondo.
Ed ecco un insieme di emozioni contrastanti, paura, smarrimento, incredulità, speranza, rassegnazione….
Sa Sig. Presidente il mio lavoro è quello di aiutare le persone, sono una psicologa, lavoro accanto ai tossicodipendenti, vedo la sofferenza tutti i giorni, in questi mesi mi sono buttata a capofitto sul lavoro cercando di non pensare, ma siamo persone anche noi psicologi e come tutti abbiamo momenti di cedimento.
Ho avuto paura per il futuro, per noi, per i miei cari e per la probabilità della non realizzazione del nostro sogno, mi sono detta…possibile che finisca così? Possibile che dobbiamo rinunciare ai nostri sogni o cambiarli o posticiparli?
La risposta è arrivata pochi giorni fa, la speranza si è riaccesa, le Regioni riaprono, così come i cinema e i teatri, il calcio riparte, i turisti saranno i benvenuti, allora ci siamo detti potremo sposarci come abbiamo sempre sognato, come l’ho sempre immaginato, potrò dire ai miei amici veneti, romagnoli, romani che il matrimonio ci sarà e che saranno i benvenuti nella mia terra a festeggiare con noi il giorno più bello della nostra vita, potranno visitare la nostra meravigliosa Sicilia.
Forse si, potrò dirlo ma quali saranno le condizioni, a cosa dovremo rinunciare in quello che è il giorno più bello per una coppia che decide di creare una famiglia.
La nostra data è il 29 agosto….29 giorni dopo la fine dell’emergenza sanitaria firmata dal nostro governo…..
Noi sposi del 2020 Sig. Presidente siamo stati dimenticati, eppure è un settore importante, dietro un matrimonio non ci sono solo i progetti di una coppia, dietro un matrimonio c’è un mondo fatto di fotografi, fiorai, atelier, gioiellerie, location, catering, trasporti, turismo, perché sa Presidente i nostri ospiti dopo il nostro SI e dopo aver festeggiato con noi visiteranno la nostra terra, noleggeranno auto, pernotteranno in alberghi, consumeranno pasti nei ristoranti, compreranno i nostri prodotti, assaggeranno arancini, panelle, cannoli, cassate, compreranno souvenir e affitteranno lettini ed ombrelloni per vivere giornate sulle nostre spiagge e fare i bagni nel mare che tutto il mondo ci invidia.
E come i nostri ospiti, tanti altri di molte coppie che aspettano solo di avere maggiori informazioni.
E poi Sig. Presidente ci siamo noi, che vorremmo coronare il nostro sogno con amici e parenti, vivere quel giorno in allegria senza ansie, che di quelle ne abbiamo accumulate tante in questi mesi, vorremmo ballare e divertirci perché ci si sposa una sola volta, vorremmo guardare i nostri sorrisi e lo stupore dei nostri ospiti nel vedere la chiesa e la sua maestosità costruita con quella pietra dei templi, la location che si affaccia sul mare e sulla meravigliosa scala dei turchi, i colori della terra, del tramonto, perché da noi il sole tramonta sul mare ed è uno spettacolo imperdibile.
Vorrei vedere il sorriso di mio padre e quello del mio sposo al mio ingresso in chiesa e vorrei vivere la leggerezza che quel giorno merita e che dal 9 marzo c’è stata strappata.
Sig. Presidente, a nome nostro, e di tutte quelle coppie di promessi sposi che attendono risposte, le chiediamo di prendere in considerazione la possibilità di tenere nelle borsette le mascherine all’interno delle chiese in virtù dell’evoluzione sempre più positiva che sta prendendo la situazione e degli ampi spazi di cui solitamente esse dispongono ed in considerazione del fatto che i presenti saranno parenti e amici che già frequentiamo e viviamo.
Siamo disposti a mantenere il giusto distanziamento nei diversi momenti della giornata, ma non coprite i nostri sorrisi e quelli delle persone a noi care.
La ringrazio Presidente e le porgo i miei saluti con la speranza che possa prendere in considerazione queste parole cariche di incertezza ma anche di tanta speranza.
Donatella Pernaci