Pubblicato il: 29/10/2014 alle 10:02
Il latte materno è un nutrimento fondamentale per la crescita del bambino, un principio ribadito anche dall’organizzazione mondiale della sanità e, da qualche tempo, tornato ad essere oggetto dei corsi pre-parto disposti dagli enti pubblici e dalle campagne di sensibilizzazione per le gestanti e puerpere.
Aziende farmaceutiche e alimentari specializzate per prodotti per l’infanzia hanno creato delle “ipotesi sostitutive” per quei bambini le cui mamme – per motivi di salute o personali – non hanno la possibilità di allattare. E’ importante sottolineare che il latte materno è insostituibile e quelli artificiali messi in commercio devono essere utilizzati solo come ultima risorsa possibile per nutrire il proprio figlio – hanno spiegato Daniela Anzelmo e Cettina Andaloro, rispettivamente ginecologa e ostetrica del consultorio Cl2 di Caltanissetta – ad ogni mamma cerchiamo di spiegare l’importanza dell’allattamento al seno”.
Un principio che ha ben compreso una puerpera che, non riuscendo più a produrre latte materno, per offrire un alimento che riteneva più sano perché “naturale” aveva bisogno di “poppate” per il proprio piccolo. Un impedimento che certamente non ha scoraggiato l’ostetrica Andaloro (nella foto) che, sensibilizza dalla donna, ha immediatamente attivato la sua rete di “mammine” che ancora allattano chiedendo loro un sostegno per poter coprire “le poppate” del piccolo.
“Quello che siamo riuscite a realizzare è un vero e proprio miracolo – ha raccontato con commozione e orgoglio – da una settimana questo bimbo ha circa 200 grammi di latte materno, pari alla sua razione giornaliera”. Una rete capillare che ingloba quasi una ventina di mamme che raccolgono il proprio latte negli appositi kit sterilizzati che vengono poi presi direttamente da casa dall’interessata che potrà allattare il proprio piccolo.
Una dimostrazione tangibile di come la sensibilità delle neo mamme può generare atti di vero altruismo e, soprattutto, di come la rinnovata cultura nei confronti dell’allattamento materno – piuttosto che quello artificiale – sta tornando a radicarsi nel territorio.
“Il nostro desiderio – spiegano Anzelmo e Andaloro – sarebbe quello di creare una vera e propria banca del latte con la quale poter aiutare le famiglie “all’asciutto” non soltanto se economicamente non riescono a poter acquistare il nutrimento per il proprio figlio ma anche nei casi in cui portano avanti quella che noi riteniamo la scelta più salutare”.