Pubblicato il: 22/08/2013 alle 08:10
Èquasi per caso che la Squadra Mobile di Caltanissetta e i poliziotti del Commissariato di Gela hanno scoperto questo caso di violenze subite da una donna fra le mura domestiche dall'uomo che ha amato. In carcere – su ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Gela – è finito Giuseppe Capizzello, 50 anni, accusato di maltrattamenti, lesioni violenza sessuale ai danni della convivente rumena di 31 anni. Lei non ha trovato subito il coraggio di denunciare le angherie di Capizzello. La storia è venuta a galla quando i poliziotti – il 18 luglio scorso – dovevano interrogare Capizzello per altri motivi e quando si sono presentati in casa sua hanno trovato la ragazza che presentava ematomi sulle braccia.
Èstato allora che, in lacrime, ha confessato di essere picchiata dal partner che maltrattava pure le due figlie di 12 e 4 anni, prendendole a pugni e a schiaffi. Il giorno dopo la donna ha denunciato Giuseppe Capizzello, raccontando particolari raccapriccianti: veniva colpita a testate e calci, lui le tirava qualsiasi oggetto contro e le impediva di uscire da casa o la costringeva ad avere rapporti sessuali. La romena è rimasta in silenzio perché, andando a vivere nell'abitazione di Capizzello dopo aver badato ad un'anziana che era deceduta, temeva che lui buttasse fuori casa lei e le bambine. E anche quando la madre e con le figlie sono state allontanate e protette in una casa famiglia, Capizzello la tempestava di telefonate, minacciandola di morte. Anche i familiari e amiche della donna hanno raccontato alla Polizia di questi soprusi che la trentenne ha ricevuto da parte di Giuseppe Capizzello.