Pubblicato il: 25/07/2019 alle 11:24
Sono iniziati oggi gli interrogatori delle sedici persone coinvolte nel blitz “Boomerang” che ha permesso ai carabinieri del Comando Provinciale di Caltanissetta guidato dal colonnello Baldassare Daidone e del Nucleo Operativo e Radiomobile del Reparto Territoriale di Caltanissetta, guidato dal colonnello Antonino De Rosa, di sgominare una presunta organizzazione dedita al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti. A coordinare le indagini la Direzione Distrettuale Antimafia nissena guidata dal procuratore, Amedeo Bertone.
Quella appena sgominata a Gela, è una organizzazione che secondo gli inquirenti avrebbe avuto rapporti anche con il clan Rinzivillo e con la stidda. Particolare quest’ultimo che evidenzia come da anni oramai, i due clan non si fanno più la guerra ma si siano alleati per la gestione dei traffici illeciti. Da Vittoria e Catania, arrivavano nelle piazze di Gela fiumi di droga. A muovere le fila della presunta organizzazione, ci sarebbe stato Giacomo Gerbino, impiegato in un autolavaggio utilizzato come centrale operativa. Era lui il leader ed era lui quello che impartiva gli ordini agli altri affiliati. A capo della gang – secondo gli inquirenti – oltre a Giacomo Gerbino ci sarebbe stato anche Salvatore Gambino. Sono ritenuti promotori ed organizzatori del gruppo criminale. L’autolavaggio, considerato la base operativa, era gestito da Giuseppe Celona “circostanza – spiegano gli inquirenti – che costituisce ulteriore indice sintomatico di come l’organizzazione criminale fosse ben articolata e ramificata sul territorio”. I tre oggi si presenteranno davanti al Gip di Caltanissetta per essere interrogati assistiti dagli avvocati Flavio Sinatra e Cristina Alfieri.
Dall’inchiesta emerge anche che gli ingenti quantitativi di droga che arrivavano a Gela, cocaina, marijuana e hashish venivano ceduti a credito ma in caso di mancato pagamento ecco che scattava la vendetta: veniva bruciata la macchina. Altre situazioni sarebbero state invece risolte ricorrendo alla forza.
Gerbino è un personaggio già noto alle forze dell’ordine. Finì nei guai nel 2015 nell’ambito del blitz “Malleus”. Il 24 giugno del 2015, la squadra mobile di Caltanissetta, eseguì 17 misure cautelari con un’operazione che colpì il clan Rinzivillo. E fra gli arrestati c’era anche lui. I fornitori di stupefacente dai quali si rifornivano Gerbino e Gambino sarebbero Virgilio Terranova, Salvatore Valenti e Antonino Zito, operanti sul territorio di Catania, dai quali il clan si riforniva di cocaina e hashish, mentre i fornitori di marjuana, identificati in Stefano Tummino, Salvatore Raniolo inteso “Maurizio” e Fortunato Vellainteso “Alessandro”, operavano sul territorio di Vittoria.
In carcere sono finiti i gelesi Giacomo Gerbino 46 anni, Salvatore Antonio Gambino 34 anni, Rocco Carfì, 37 anni, Gaetano Renna 36 anni, Giuseppe Celona 25 anni, Bartolomeo Palmieri 29 anni e Salvatore Piva 27 anni. Arrestato a Novate Milanese Carmelo Pelligra nato a Vittoria 23 anni fa, il gelese Giuseppe Iapichello di 28 anni che si trovava a Caerano di San Marco in provincia di Treviso ed il gelese Gianfranco Vasile 30 anni che era a Mogliano Veneto (provincia di Treviso). I vittoriesi finiti in carcere sono Fortunato Vella inteso "Alessandro" di 39 anni e Giovanni Tummino di 32 anni. Ad Augusta è stato arrestato il catanese Virgilio Terranova di 38 anni mentre si trovava ad Agrigento il gelese Salvatore Graziano Biundo di 38 anni.
Arresti domiciliari per Emanuele Iapichello 51 anni ed il vittoriese Salvatore "Maurizio" Raniolo di 43 anni.