Pubblicato il: 27/02/2025 alle 19:59
Va in congedo dall'Arma dei carabinieri, dopo 41 anni di servizio, il colonnello Michele Cannizzaro, fino ad oggi al comando del N.O.E. di Gela. Noto per il suo impegno nella lotta alla mafia ma anche per la signorilità che lo hanno contraddistinto come ufficiale e gentiluomo, il colonnello Cannarozzo ha scritto una lettera di commiato.
“La cosa più importante che ha riempito la mia vita in questi 41 anni oltre alla mia famiglia, alla quale devo tutto e di cui ho purtroppo spesso sacrificato la vicinanza è stato semplicemente il “servizio”, quello con la “s” minuscola, quello svolto tutti i giorni, quello svolto a disposizione della gente e per la gente, in favore delle persone che abitano in tutti i comuni e le comunità, grandi e piccole della nostra Italia, dove la Caserma dell’Arma dei Carabinieri è spesso l’unico vero Ufficio dello Stato, dove l’Arma dei Carabinieri ti ha inviato e dove hai, quasi senza rendertene conto, avuto l’altissimo onore di rappresentare la nostra Nazione e di poter esercitare la missione forse più entusiasmante possibile, la difesa della legalità, la tutela dei deboli contro i violenti, fossero mafiosi, assassini, violentatori, rapinatori, ladri o truffatori, oppure semplicemente meschini approfittatori della loro privilegiata posizione “pubblica” che hanno ricercato, a volte, il profitto personale a discapito del bene pubblico per i quali sono retribuiti.
Ed allo stesso livello dell’azione di contrasto e della repressione dei reati metto anche la possibilità, quando mi è stato possibile, di far qualcosa per chi aveva bisogno di una parola di conforto, di un consiglio, di una mano, data senza secondi fini, spesso anche a chi si è reso conto di aver sbagliato ed era sinceramente pronto a cercare di rimediare ai suoi errori.
E per fare tutto questo ho avuto bisogno di due cose: una Caserma dei Carabinieri piccola o grande, quale presidio dello Stato, dove chi ha bisogno sa di poter andare e dove le persone DEVONO essere ascoltate nelle loro piccole o grandi necessità della vita di tutti i giorni, e dei Carabinieri (non militari dipendenti o subordinati), ma semplicemente e grandemente “Carabinieri” che facevano parte di quella Caserma, avendo assunto da un dato momento in avanti l’onore ed onere di esserne il responsabile, anche se molto spesso quei “Carabinieri” erano più grandi di me e con i capelli più grigi o bianchi dei miei
Quello che è stato veramente importante in questi 41 anni sono stati, quindi, le Persone che ho avuto il privilegio di servire e gli Uomini e i Reparti che l’Arma dei Carabinieri mi ha affidato.
Volendo andare ai tempi più recenti dopo una decina di trasferimenti e svariate Regioni d’Italia percorse in lungo ed in largo, ai quali unisco tre corsi di formazione (uno per diventare Carabiniere, uno per diventare Vicebrigadiere e uno per diventare Sottotenente), pensavo di “chiudere” la mia avventura al N.O.E. di Catania dove ero stato trasferito nell’anno 2016 proveniente dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Enna, ma nel 2022, a “soli” 58 anni, mi è stato chiesto dall’Arma un ultimo piccolo “sacrificio”. Istituire il nuovo Comando del N.O.E. Carabinieri di Caltanissetta in Gela.
I miei Superiori hanno forse pensato che poteva essere un sacrificio o un impegno troppo gravoso, a due anni dalla pensione, darmi l’incarico di “fondare” un nuovo Reparto, peraltro con limitate risorse iniziali e pochi Uomini. E’ invece è stato un grande dono, il più grande che poteva essermi fatto, una manifestazione di fiducia che mi ha nuovamente ricaricato le pile e fatto ripartire con l’entusiasmo del primo giorno di servizio.
Questo mi piace dunque ricordare in questi giorni.
Le migliaia di persone che ho incontrato per strada o nelle Caserme dove prestato servizio, gli Uomini dell’Arma e i Reparti che ho avuto il privilegio di servire, i miei Superiori, alcuni dei quali sono stati dei veri e propri “ispiratori” per virtù e capacità investigative, ad iniziare dal 1995 quando sono stato nominato Comandante di una piccola Stazione in provincia di Ferrara e poi via via, dopo aver vinto il Concorso per Ufficiali del Ruolo Speciale nel 1999, tutti gli altri Comandi di Calabria e Sicilia, ininterrottamente, fino all’ultimo giorno di servizio.
A pensarci in 41 anni sono stati 29 anni e 5 mesi di interrotta attività di Comando, ancora un po' e raggiungevo i 30, ma il dato anagrafico non me l’ha purtroppo concesso (!)
Sono al termine di questa mia lettera.
La stessa, come avete visto, non è il comunicato dell’Ufficiale che al termine di periodo di servizio in un Reparto ed in procinto di assumere un nuovo incarico in un’altra città fa un bilancio della propria esperienza di servizio in quella città. Quattro o cinque anni possono essere anche raccontati. Ma 41 anni no. O quanto meno non in una pagina.
E per quanto attiene le eventuali operazioni di servizio che mi vengono normalmente citate in questi casi, devo dire che mi è quasi impossibile ricordarle tutte e dare alle stesse una priorità. Posso solo dire che un’operazione di servizio è il risultato che viene da un profondo lavoro di un intero Reparto o un Nucleo, lavoro che a volte dura anni, dove tutti (ma veramente tutti) danno sempre un contribuito, piccolo a grande che sia, e che contribuisce inevitabilmente a determinare quel risultato.
Senza quel “piccolo contributo” non vi sarebbe stato quel “risultato”.
Nessuna operazione di servizio è di una sola persona e pertanto non ne citerò nessuna, dovendo doverosamente, se dovessi farlo, anteporre alle stesse i nomi di tutti quelli che vi hanno contribuito.
Grazie di tutto, dunque, a tutti quelli che, in questi lunghi anni, mi hanno voluto bene, mi hanno “supportato” ed anche a quelli che mi hanno “sopportato” e chiedo scusa a tutti coloro ai quali, per qualche ragione (non motivo), nelle vicende terrene che purtroppo, a volte, contraddistinguono i rapporti tra esseri umani, ho fatto qualche piccolo sgarbo. Non me ne voglia. Io ho sempre perdonato e il tempo mi ha dato ragione”.
Michele Cannizzaro