Pubblicato il: 23/12/2018 alle 11:42
Da Gela parte il progetto "waste to fuel", combustibile da rifiuti: "un esempio tangibile del modello integrato di economia circolare di Eni imperniato su tre pilastri (sinergia, simbiosi industriale e cambio culturale), e permetterà di acquisire le informazioni necessarie per la progettazione di nuovi impianti su scala industriale che Eni realizzerà in altri siti in Italia".
Ne parla l’amministratore delegato, Claudio Descalzi, in un’intervista al Sole 24 Ore. "L'idea – spiega – è quella di realizzare diversi impianti Forsu distribuiti presso le principali città e riuscire a eliminare una grande quantità di rifiuti organici, riutilizzandoli e fornendo un significativo contributo in termini di vantaggi ambientali alle grandi aree urbane in Italia e all’estero".
L’ad di Eni risponde poi sul processo a Milano nel quale sono stati condannati con rito abbreviato due mediatori di una presunta tangente che sarebbe stata pagata da Eni e Shell in Nigeria: "Sono estremamente sereno e ho l’assoluta fiducia che, durante il dibattimento in corso presso la settima sezione del tribunale di Milano, sapremo esprimere la nostra totale estraneità a fatti che non sussistono e dimostreremo che nessuna attività all’interno dell’azienda è stata svolta al di fuori delle regole".