Nei giorni scorsi personale del Nucleo Operativo di Polizia Ambientale della Capitaneria di Porto di Gela, durante un'attività di controllo del territorio in contra Zai, a Gela, ha accertato, in flagranza di reato che alcuni dipendenti di un società locale attiva nel campo del trasporto rifiuti stavano dando alle fiamme rifiuti speciali derivanti dall'attività d'impresa già precedentemente accatastati ed abbandonati in ingenti cumuli, direttamente a contatto con la matrice ambientale.
Il controllo in questione ha permesso ai militari operanti di interrompere sul nascere le condotte delittuose, imponendo l'immediato spegnimento del rogo onde evitare che il reato venisse portato ad ulteriori conseguenze. Durante l’ispezione sono emerse, altresì, numerose altre criticità afferenti alla gestione del deposito temporaneo di rifiuti, risultato essere incontrollato, in violazione alla precisione normativa di cui all’articolo 185 bis del Testo Unico Ambientale.
Le aree in questione, per un’estensione di circa 1.500 metri quadrati, sono state poste sotto sequestro preventivo ai sensi dell’articolo 321 c.p.p. e al titolare della società è stato contestato il reato di cui all’articolo 256 bis, d.lgs 3 aprile 2006, n. 152, per la combustione illecita di rifiuti speciali, il quale prevede la pena della reclusione da 2 a 5 anni, fattispecie aumentata di 1/3 trattandosi di fatto commesso nell’ambito dell’attività di impresa, nonché il reato di cui all’articolo 256, comma 2 del medesimo Testo Unico, per il deposito incontrollato di rifiuti.
Il trasgressore dovrà provvedere al ripristino ambientale della zona seguendo le procedure di bonifica e smaltimento ai sensi di legge. Rimane costante l’attenzione alle tematiche ambientali da parte del personale della Capitaneria di porto di Gela su tutto il territorio di propria giurisdizione, ponendo particolare attenzione sia all’attività repressiva che preventiva.