Diciassette consiglieri comunali di Gela sono pronti a mandare a casa il sindaco Domenico Messinese e la sua giunta. Tutti pronti per una nuova mozione di sfiducia, il cui testo sarà presentato entro il 10 agosto mentre entro la prima settimana di settembre l’atto sarà depositato all’ufficio di presidenza per la convocazione del consiglio comunale. Per convocare la seduta saranno sufficienti 12 firme mentre per l’approvazione della sfiducia sarà necessario il “sì” di venti consiglieri.
Al momento ad aver sottoscritto il documento sono 17 ma altri sarebbero pronti ad aderire alla mozione, la terza in tre anni. Dopo gli esiti delle prime due mozioni, i consiglieri che da tre anni tentano di disfarsi di Messinese e del suo vice Simone Siciliano, vogliono stare con i piedi per terra ma qualcuno è certo che “questa sarà la volta buona”.
Al momento la decisione di aderire alla sfiducia entro il 10 agosto porta le firme di Vincenzo Cirignotta, Antonio Torrenti, Crocifisso Napolitano, Totò Scerra, Sara Cavallo, Salvatore Farruggia, Giuseppe Ventura, Antonino Biundo, Cristian Malluzzo, Simone Morgana, Angelo Amato, Totò Sammito, Carmelo Casano, Giuseppe Guastella, Totò Gallo, Angela Maria Di Modica e Enzo Giudice. I consiglieri Guido Siragusa, Romina Morselli, Carmelo Orlando e Alessandra Ascia condividono la decisione di presentare una mozione di sfiducia ma hanno espresso la volontà di preparare un testo da condividere con i vertici del loro partito, il Pd. Enzo Cascino, Giovanni Panebianco e Anna Comandatore al momento non firmeranno la sfiducia e si sono riservati di decidere in aula se votarla o meno. Sara Bonura ha fatto sapere che voterà favorevolmente. Una mozione bipartisan senza colore politico, segno dell’assenza di una maggioranza pronta ad appoggiare il sindaco che dopo essere stato espulso dal movimento 5 Stelle, dopo appena sei mesi dal suo insediamento, avvenuto nel giugno 2015, si è ritrovato solo più che mai.
“La gente non ne può più – ha affermato Carmelo Casano, indipendente – speriamo di avere un nuovo sindaco nel 2019”. “Ritengo – ha aggiunto Peppe Ventura, Sicilia Futura – che ci siano i presupposti per andare tutti a casa, sia giunta che consiglio comunale”.