Pubblicato il: 19/03/2018 alle 19:59
Il cantonale di nord-est, pericolante, della torre medievale del “castrum federicianum” in Piazza Calvario non è altro che una piccola tessera di un mosaico ancor più vasto rappresentato dalle mura di cinta medievali di Gela che si trovano da tempo in uno stato di forte precarietà con rischi di dissesto e di crolli; mura sconosciute purtroppo a coloro che dovrebbero salvaguardarle. Durante la demolizione del cosiddetto “muro della vergogna”, avvenuto nel 2008, il manovratore del mezzo, nel girare il braccio meccanico, inavvertitamente e con poca perizia urtò i conci angolari della torre che in parte si dissestarono, anche se la cosa passo colpevolmente inosservata. Tant’è, che successivamente, quando si evidenziò un pericolo di crollo, la parte pericolante fu transennata e, purtroppo, fino ad oggi dimenticata, nonostante la folla che ogni anno riempie la piazza nella ricorrenza pasquale del Venerdì Santo. Da allora sono passati ben dieci anni. La pioggia e l’usura del tempo hanno fatto il resto: oggi c’è il rischio, a parte il pericolo per le persone, che se non si interviene si assisterà ad un altro crollo di un reperto del 1200, epoca federiciana a cui risale questa torre. Ci si chiede cosa hanno fatto e cosa fanno la sezione monumentale della Soprintendenza di Caltanissetta e il Comune di Gela, sollecitati nel merito da qualche decennio a questa parte? Non solo per il cantone pericolante, ma anche per tutto il complesso medievale che esiste nel cortile degli ex granai del palazzo ducale, dimenticato e coperto dalle erbacce.
Le mura medievali di Gela, senza tema di essere smentiti, oggi sono senza tutela e in balia di chiunque, al punto tale che in via Verga si abbattono tranquillamente per nuove costruzioni; la seconda torre semisferica di Via Mediterraneo, quella fagocitata dalle abitazioni, versa in uno stato pietoso e quanto prima ne annunciamo il crollo della sua parte sommitale, col rischio anche che qualche pietra vada a finire sulla testa di qualche passante. Ed ancora, il sistema di protezione che è stato realizzato diversi anni fa sul passaggio di Porta Marina per quanto tempo dovrà essere mantenuto? E a proposito di Porta Marina, perché non si è mai intervenuto a recuperare i conci numerati dei suoi due archi a tutto sesto per ricostruirla, ammesso che si riescano a trovarli?
Che amarezza e che sconforto vedere beni monumentali della nostra città così importanti andare stupidamente in rovina!!