I resti di un carro armato americano, risalente alla Seconda Guerra Mondiale, giacciono nei fondali dello specchio d’acqua antistante Gela, nel territorio di Bulala. “Ecco finalmente la prova provata – afferma lo storico Nuccio Mulè – dell’esistenza di mezzi bellici americani della Seconda Guerra Mondiale giacenti sul fondale del mare di Gela. Le foto ci sono state fornite dal sub Franco Cassarino, che ne è stato autore qualche anno fa direttamente sul posto. Franco Cassarino è lo stesso sub che da diversi lustri va scoprendo nel mare di Bulala una quantità innumerevole di reperti archeologici oltre a diversi resti di navi antiche; ma è anche lo stesso che ultimamente ha scoperto i lingotti di oricalchi che rappresentano il più cospicuo ritrovamento al mondo.
Le foto messeci a disposizione fanno vedere delle batterie in cui s’intravvede la scritta “NAVY STANDARD BATTERY” oltre a quel che rimane di un cannoncino di una mitragliera contraerea. In un’altra foto si riesce a vedere il cannone di un carro armato americano Sherman M4 e persino parti della sua torretta. Nel corso degli ultimi anni Cassarino ha anche segnalato la presenza di diversi ordigni che opportunamente prelevati dai sub della Guardia di Finanza, dei Carabinieri e della Guardia Costiera sono stati fatti brillare al largo del mare di Gela.
Lo scriviamo e lo diciamo da diversi lustri ma sarebbe ora che le istituzioni competenti si attivassero a mappare con opportuni mezzi tecnici il nostro fondale in modo tale da mettere il rilievo oltre le antiche navi e i reperti archeologici, anche i mezzi bellici affondati durante l’invasione di Gela nell’Operazione “Husky”, mezzi bellici che una volta portati in superficie, dopo il loro ripulimento, potrebbero dar luogo al tanto agognato museo dello sbarco. I reperti bellici presenti sul fondale del mare di Gela si riferiscono oltre a diverse navi americane (quali la USS LST 313 carica di pezzi anticarro, la nave munizioni USS Robert Rowan, il cacciatorpediniere USS Maddox, il dragamine USS Sentinel, ecc.) anche a circa una quarantina di aerei C-47 Dakota carichi di paracadutisti abbattuti per errore dalla contraerea degli Alleati la sera dell’11 luglio 1943.
Cassarino ha fatto sempre il suo dovere, chi scrive pure, adesso tocca a coloro che gestiscono le istituzioni e cioè l’assessorato regionale ai BB CC. e Identità Siciliana, attraverso la Soprintendenza del Mare, e la Soprintendenza ai BB.CC.AA. di Caltanissetta. E se si aggiungesse a tali istituzioni anche l’Amministrazione comunale, l’ente più interessato alla nascita del museo dello sbarco, non sarebbe cosa superflua. Non ci sono più alibi per nessuno”.