Pubblicato il: 18/07/2019 alle 17:43
Tornano in libertà gli imprenditori gelesi Rocco Luca, il padre Totò e lo zio Francesco Antonio. I tre, accusati di concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso e riciclaggio, erano stato arrestati lo scorso primo luglio nell'ambito di un'inchiesta condotta dal Gico di Caltanissetta e dalla Dda nissena. Gli imprenditori, operanti nei settori della vendita di autovetture di lusso ed immobiliare, erano accusati di avere stretto rapporti con il clan Rinzivillo di Gela e con quelli catanesi e di aver investito i proventi illeciti di Cosa nostra. Il Tribunale ha stabilito per i Luca solo il divieto di dimora nelle province di Caltanissetta e Ragusa. Il tribunale del Riesame di Caltanissetta, ha anche proceduto a dissequestrare parte dei beni appartenenti a tre imprenditori. In particolare sono stati dissequestrati quelli acquistati prima del 1995. Dissequestrati anche i beni appartenenti ad altri quattro familiari accusati di riciclaggio e acquistati prima del 2002. Rimangono sotto sequestro sette società e tutti gli altri beni. Fra questi anche parte dell'immobile in cui ha sede il commissariato di Vittoria e per il quale il Comune ha già individuato una sede alternativa. Il sequestro inizialmente ammontava complessivamente a 63 milioni di euro. I legali dei sette indagati, Flavio Sinatra, Alfredo D'Aparo e Tonino Gagliano, hanno smontato in parte l'impianto accusatorio mettendo in dubbio quanto dichiarato dai collaboratori di giustizia che accusavano i Luca di aver avuto rapporti con la mafia ma hanno anche prodotto una consistente documentazione che dimostrerebbe la liceità delle attività economiche facenti capo al noto gruppo imprenditoriale gelese.