Pubblicato il: 04/08/2018 alle 15:27
I carabinieri del Reparto Territoriale di Gela continuano senza sosta ed a tappeto le attività di controllo e presidio del territorio. Straordinari servizi di prevenzione e repressione dei reati disposti dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Caltanissetta sono stati messi in atto, in maniera massiva ed energica, dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Gela con il supporto dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Sicilia”, che in Gela, nei pressi della SS115 in contrada Roccazzelle, hanno individuato un capannone con area pertinente adibite a vero e proprio deposito e carrozzeria di mezzi di ogni tipo, traendo in arresto S.E. cl. 1966, il fratello S.G. cl’ 1966 e D.G. cl.’1954, tutti del posto e già noti alle FF.di PP.
I militari sono rimasti sorpresi quando, all’apertura del cancello, ben occultati alla vista dalla strada, si sono trovati difronte decine e decine di mezzi, parte di essi e carcasse di camion, rimorchi e auto dislocati all’interno e all’esterno della vasta area, in parte in fase di lavori di carrozzeria in parte, di fatto, depositati come rifiuti.
Nel corso del controllo e perquisizione, ben occultati all’interno di uno dei mezzi, sono stati trovati nella disponibilità dei due proprietari dell’area ed del loro “factotum”:
-Nr. 1 (una) pistola 7,65 completa di caricatore illecitamente detenuta;
– nr.1 (uno) taser munito di relativa batteria;
– nr. 23 (ventitre) cartucce cal 12 a pallini da caccia;
-nr. 24 (ventiquattro) veicoli (autocarri/auto/parti di auto) di dubbia provenienza ed in fase di accertamento;
-nr. 57 targhe di diversi mezzi, alcune risultate provento di furto, altre di smarrimento, altre con gravami vari, per le quali sono in corso accertamenti per stabilirne la provenienza;
-nr.1 autocarro Iveco turbo daily, risultato oggetto di furto a Catania.
L’intera area, di circa 5.000 mq, con tutti i mezzi, sono stati posti sotto sequestro e affidati a custode giudiziale in attesa di ulteriori accertamenti.
Gli arrestati, espletate le formalità di rito, sono stati associati, i due fratelli presso il carcere di Gela ed il loro collaboratore presso la propria abitazione in regime di arresti domiciliari a disposizione della Procura della Repubblica di Gela che coordina le indagini.
I tre soggetti dovranno ora rispondere della disponibilità delle armi trovate, della ricettazione di targhe e mezzi e dei reati ambientali provocati nell’area scoperta.