Pubblicato il: 09/04/2019 alle 15:19
A partire dalle prime ore di questa mattina i militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Gela, coadiuvati da personale di altri Reparti del Corpo, sono impegnati su tutto il territorio nazionale nel dare esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Gela, nei confronti di 6 soggetti, ritenuti responsabili di aver costituito un’associazione a delinquere, con base operativa a Gela, che dal 2014 al 2017 ha ceduto crediti per investimenti in aree svantaggiate del tutto inesistenti, permettendo così a persone fisiche e imprese, ricercate grazie alla “rete” messa in piedi dagli indagati, di azzerare ogni loro debito d'imposta verso l’Erario. Contestualmente si sta eseguendo un sequestro preventivo per oltre 22 milioni di euro nei confronti di 117 soggetti, tra persone fisiche e società, che grazie allo stratagemma attuato dall’associazione a delinquere sono riuscite ad evitare il pagamento di milioni di euro di imposte.
Sei sono i provvedimenti di custodia cautelare in carcere, tra consulenti e imprenditori che dalla Sicilia fino alla Lombardia mettevano in atto un collaudato meccanismo di frode, tanto semplice quanto redditizio, che permetteva l’azzeramento di qualsiasi debito nei confronti dell’Erario, dalle cartelle esattoriali ai debiti IRPEF, dalle liquidazioni IVA alle sanzioni accessorie.
Il provvedimento restrittivo è stato adottato sulla scorta delle indagini svolte dalle Fiamme Gialle del Gruppo di Gela, coordinate dalla locale Procura della Repubblica, che hanno fatto luce su una serie di condotte evasive afferenti il mancato pagamento delle imposte, tasse e contributi previdenziali attraverso l’indebito ricorso all’istituto della compensazione, realizzato grazie all'apporto di professionisti e consulenti fiscali che operavano a beneficio di persone fisiche e società residenti perlopiù nel nord Italia.
Il meccanismo fraudolento si basava sulla compensazione di posizioni tributarie, alterate attraverso la presentazione di modelli di pagamento F24, che i consulenti presentavano direttamente in banca oppure attraverso i servizi di internet banking messi a disposizione dagli intermediari finanziari, mediante il versamento di un solo euro per ogni modello di pagamento, ovvero un importo minimo per evitare la presentazione del modello F24 tramite i canali telematici dell’Agenzia delle Entrate.
Il "sistema" rodato ormai da diverso tempo ha permesso all’organizzazione criminale, ramificata su tutto il territorio nazionale, di “azzerare” debiti tributari per oltre 22 milioni di euro, utilizzando in compensazione crediti fiscali inesistenti, riferiti ad investimenti in aree svantaggiate, di fatto mai avvenuti e, sottraendoli alle casse dello Stato. L’illecito “sistema” ha permesso al sodalizio criminale di poter conseguire un ingente profitto illecito di circa 4 milioni di euro, distribuito poi ad ogni membro sulla base di precise percentuali.
A capo dell’organizzazione vi era un imprenditore di origine siciliana residente nel bresciano, Rosario Marchese, 33 anni, recentemente sottoposto ad una misura di prevenzione patrimoniale da parte della DIA di Caltanissetta. Con lui sono stati tratti in arresto un avvocato di Milano, un consulente bresciano, tre soggetti siciliani, tra cui un commercialista di Agrigento.
Il Giudice per le indagini preliminari, di fronte al chiaro quadro probatorio ricostruito dai finanzieri del Gruppo di Gela, ha disposto la restrizione della libertà personale, mediante un’apposita ordinanza di custodia cautelare in carcere, dei sei componenti l’organizzazione criminale, oltre al sequestro preventivo per equivalente di beni mobili, conti correnti, titoli azionari, quote societarie, immobili ed autovetture fino a concorrenza dell’importo di oltre 22 milioni di euro – come detto, ammontare delle indebite compensazioni – nei confronti di 117 soggetti, persone fisiche e società, che hanno beneficiato della cancellazione dei loro debiti tributari e la cui posizione sarà al vaglio dagli inquirenti nel prosieguo delle indagini.
E’ un eccellente risultato, considerata anche la difficoltà di collegare gli avvenimenti collocati in tempi e località diversi. L’impegno profuso dai militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Gela, coordinati dalla Procura della Repubblica di Gela, ha permesso di delineare e successivamente disarticolare un sodalizio criminoso che ha agito in violazione delle regole imposte dalla legge per un periodo di circa 3 anni.