Pubblicato il: 10/06/2014 alle 13:27
E’ passato ormai un mese da quando, l’avvocato nisseno Michele Giarratano e suo marito, il senatore PD Sergio Lo Giudice, sono diventati papà del piccolo Luca. Pochi giorni che, però, hanno cambiato vita alla coppia unita in matrimonio dall’agosto del 2011. Il piccolo Luca è nato in America grazie a una “gestazione per altri” o “gestazione di sostegno”, quella che comunemente è conosciuta come “utero in affitto”. Una definizione che non piace alla coppia che invita ad utilizzare “i termini corretti anche e soprattutto per rispetto di tutte le persone coinvolte” spiega Michele. Da dove è nata l’idea di avere un figlio? Una domanda che, in realtà è molto banale se rivolta come sottolinea il neo papà “a due persone che si amano che, dopo averci pensato attentamente, hanno deciso di allargare la famiglia con la nascita di un figlio”. La decisione di coinvolgere una donna americana è stata obbligata, così come quella di scegliere Oslo come luogo per celebrare il matrimonio. “In Italia – continua l’avvocato nisseno – non è consentito il matrimonio, né è consentita l'adozione da parte delle coppie omosessuali e perfino delle persone single, dunque in mancanza di tutele per la nostra famiglia noi non avevamo alternative”. In America o in Canada, invece, questo è possibile e la coppia ha avuto non solo la possibilità di accrescere la propria famiglia ma anche di conoscere la "portatrice" che, spiega l’avvocato nisseno “ormai per noi è molto più che un'amica. La scelta è stata reciproca: abbiamo incontrato lei, suo marito e la loro piccola bimba di 2 anni ed è stato una sorta di "colpo di fulmine", ci siamo piaciuti a vicenda a prima vista. Per lei è stato motivo ulteriore di gioia potere aiutare una famiglia come la nostra che, nel suo paese d'origine, l'Italia, non avrebbe avuto altri mezzi per potere avere un figlio”. Una condizione che la coppia, facente parte delle Famiglie Arcobaleno, ritiene ancora inaccettabile poiché, come recita lo sloga dell’associazione "è l'Amore che crea una famiglia". “Amore”, è proprio questa la parola chiave attorno al quale ruota tutta la vita di questo nuovo nucleo familiare; “amore” che va oltre quella che alcuni definiscono una “scelta di vita” ma si concentra intorno al bisogno di “essere sé stessi e vivere in modo trasparente, pulito, alla luce del sole il proprio amore, i propri affetti, non è una scelta – continua il neo papà – ma qualcosa di naturale, così come naturale dovrebbe essere che il nostro Stato tuteli allo stesso modo tutte le famiglie e soprattutto tutti i bambini, qualunque sia il nucleo familiare in cui crescono. E sono l'Amore, la Cura, le Attenzioni costanti e l'Impegno educativo e genitoriale che fanno di due persone dei buoni genitori, e non il loro orientamento sessuale o la composizione familiare”. In questo, però, il “denaro” conta molto e, purtroppo, solo una famiglia benestante può permettersi a oggi di coronare il sogno di avere un figlio: “già il numero di viaggi negli Stati Uniti o in Canada che bisogna sostenere danno un'idea delle cifre non alla portata di chiunque – spiega Michele -. In più negli USA, ad esempio, la sanità è tutta privata e a pagamento”. Non stanno mancando certamente le critiche di chi non condivide la famiglia connotata in questo modo ma il dovere di due genitori è quello di educare i propri figli vivendo in una società dove la pluralità di idee, opinioni e modi di essere non deve diventare sinonimo di discriminazione bensì di accettazione dell’altro senza pregiudizio. “Oltre a qualche raro commento offensivo o volgare ricevuto in modo trasversale, e non solo da cattolici o femministe, abbiamo ricevuto moltissimi messaggi di affetto e solidarietà, persino da chi segue un orientamento religioso – continua Michele -. La società è pronta alle famiglie omogenitoriali, anche se il Legislatore non ha ancora compiuto il passo che ci riporterebbe in linea con quei paesi europei ed extraeuropei in cui i diritti sono protagonisti”. Luca, dunque, riceverà come insegnamento quello di imparare a distinguere autonomamente ciò che giusto e ciò che, invece, è sbagliato e, da grande, come ogni uomo compirà le sue scelte. Tanta la letteratura che sottolinea  a tutti coloro che vedono con perplessità le famiglie arcobaleno come “i figli di famiglie omogenitoriali crescono alla stregua dei coetanei cresciuti in famiglie eterogenitoriali, senza alcun tipo di trauma o deficit ambientale o psicologico – chiarisce Michele Giarratano citando il libro della bioeticista Chiara Lalli “Buoni genitori” -. Queste ricerche, recentemente, sono state fatte proprie persino dalla Corte di Cassazione che nella decisione n.601 del 2013 afferma espressamente come sia solamente un "mero pregiudizio che sia dannoso per l'equilibrato sviluppo psicofisico del bambino il fatto di vivere in una famiglia incentrata su una coppia omosessuale". Proprio per far comprendere meglio la bellezza delle diversità familiari e dunque implementare l’apertura mentale della società, di questa esperienza familiare Michele ha deciso di parlare non solo rilasciando interviste come queste, ma anche in un blog che sarà online nelle prossime settimane, in cui racconterà settimana per settimana la storia di Luca e dei suoi due papà. Numerose difficoltà – come si anticipava in precedenza – arriveranno, inevitabilmente dalla sfera legale: Luca, per quanto riguarda l’ordinamento italiano, è figlio esclusivamente di Michele Giarratano mentre Sergio Lo Giudice è… per la legge… un perfetto estraneo. Non vale nulla, per queste vite umane, il contratto di matrimonio che lega la coppia o, ancora, il fatto che sia anche Sergio a preparare pappe, cambiare pannolini e insegnare ciò che veramente conta nella vita. “Nostro figlio (Michele ribadisce con orgoglio la forma plurale) è cittadino sia italiano sia americano ma vive una situazione di diritti che definirei schizofrenica: negli USA e nella maggior parte dei paesi civilizzati lui ha due genitori, me e mio marito, con pari identici diritti. In Italia, invece, dove vive, ha solo un genitore legale, me, mentre mio marito che è il genitore non legale per il nostro stato risulta essere un perfetto estraneo e necessita di infinite deleghe per ogni cosa: dalla delega per portare in viaggio Luca a quella per il dottore, la scuola etc… Non ha diritti ereditari nei confronti di Sergio e dei suoi parenti, non ha i benefits connessi allo status di suo figlio. E non parliamo poi del fatto che ipoteticamente se mi dovesse succedere qualcosa mentre lui è minorenne un Giudice potrebbe addirittura decidere di toglierlo all'affetto di suo padre (mio marito) ed affidarlo a qualcuno dei miei parenti”. E adesso, cosa riserva il futuro di questa famiglia? Tanto, tantissimo amore per il piccolo Luca e un forte impegno politico – soprattutto di Sergio – per far sì che l’Italia si conformi ad altri Stati sul tema della responsabilità genitoriale del genitore non legale; una battaglia che già, insieme al Sen. Luigi Manconi è stata avviata attraverso la presentazione di un disegno di legge che i due auspicano sia discusso e approvato nel più breve tempo possibile. Un desiderio che mira a far diventare la storia narrata nel libro “Sei come sei” di Melania Mazzucco solo il ricordo di un’antica legislazione obsoleta per la società moderna. (Marcella Sardo)