Pubblicato il: 05/04/2014 alle 14:40
“La presenza di magistrati nelle giunte è un segno di debolezza della politica”. A dirlo è stato Giovanbattista Tona, consigliere della Corte d'Appello di Caltanissetta, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano dell'opportunità dell'ingresso in politica dei magistrati, a margine di una due giorni sui temi dell'antimafia, a Palermo. “Èuna possibilità consentita dalla legge – ha aggiunto -, ognuno poi fa la sua valutazione. Certo è che se la politica fa ricorso sempre di più ai magistrati, vuol dire che in giro non trova niente di meglio”.
Tona è uno dei partecipanti all'incontro di oggi per presentare a Palermo l'Associazione dei Magistrati Italiani delle Misure Patrimoniali' (Amimp) e in 45 magistrati, da tutta Italia, hanno già aderito. Lo scopo é promuovere la conoscenza “in materia di misure di prevenzione, confische, sequestri, e nell'amministrazione giudiziaria dei beni in fase cautelare”; ma anche di collaborare con associazioni e ordini professionali per migliorare la gestione dei beni confiscati. La presentazione rientra nell'ambito della manifestazione ‘Ripensare l'antimafia', alla presenza del presidente dell'Anm, Rodolfo Sabelli, del consigliere del Csm Franco Cassano e del presidente della sezione misure di prevenzione di Palermo, Silvana Saguto. Oltre ai presenti, ad aderirvi sono, tra gli altri, Franco Roberti, procuratore Nazionale Antimafia, Giuseppe Pignatone, procuratore della Repubblica di Roma, Lia Sava, procuratore aggiunto della Repubblica di Caltanissetta, Piergiorgio Morosini, Gip Tribunale di Palermo, Antonio Balsamo, presidente della sezione misure di prevenzione di Caltanissetta, Sergio Lari, procuratore della Repubblica di Caltanissetta. L'elenco completo é visibile sul sito progettolegalita.it,
“Ma ai 45 del comitato promotore ci aspettiamo se ne aggiungano molti altri – spiega Giovanbattista Tona, consigliere della Corte di Appello di Caltanissetta tra i promotori dell'iniziativa – quello dei beni confiscati é un settore specializzato che però richiede un approccio multidisciplinare”. Oltre a uno scambio di informazioni, l'associazione si propone di “collaborare con centri di ricerca universitari, ordini professionali e associazioni impegnate sul fronte dei beni confiscati, offrendo anche un contributo all'Agenzia Nazionale per la destinazione dei beni confiscati e alle altre strutture amministrative competenti con l'obbiettivo di facilitare la ricerca di soluzioni efficienti sulla gestione e destinazione dei beni”.