Pubblicato il: 12/12/2013 alle 18:48
Manifestanti in corteo a Palermo
Sono stati un migliaio i giovani camici bianchi scesi oggi in piazza Indipendenza a Palermo davanti la sede della Regione per protestare contro la nuova riforma ministeriale su tagli alla sanità. In corteo c'erano tantissimi giovani, studenti specializzandi in particolare ma anche altri lavoratori del comparto sanità, che si sono riuniti contro una riforma che, secondo i manifestanti, “prevede la riduzione del numero dei posti di lavoro nelle scuole di specializzazione, con un taglio del 50% rispetto al 2010 a fronte anche dell'aumentato numero di posti per l'accesso al corso di laurea in Medicina, reduce dall'ultimo scandalo dei test d'ammissione con cambio di regole in corso e successivo ricorso vinto da oltre 1600 persone. Un numero in eccesso a fronte degli iscritti al primo anno nel 2009. Se nel 2010 si laureavano 4.000 studenti l'anno in Italia, oggi ci si ritrova con un trend in totale declino, che vedrebbe nel 2019 oltre 7.000 laureati in Italia con un numero di posti nelle scuole Di specializzazione dimezzato rispetto a quest'anno”. Una netta presa di posizione da parte degli studenti aspiranti medici e di altri operatori del settore, che hanno deciso di ribadire il proprio no agli effetti controproducenti della riforma. Sull'argomento interviene anche il nisseno Carlo Lachina, consigliere del Corso di studi della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Ateneo Palermitano. “Èuna vergogna bella e buona. Noi studenti con una laurea in Medicina ci ritroveremo a concorrere per l'accesso alle specialistiche con un tasso di disoccupazione che oltrepasserebbe il 70% nei prossimi anni, col rischio magari di doverci trasferire all'estero per vederci riconoscere le nostre professionalità”. Promotori del sit-in sono state le associazioni studentesche studenti universitari, Sigm e Comitato pro-concorso nazionale. Alla manifestazione – che contemporaneamente s'è svolta davanti Montecitorio a Roma – hanno aderito anche specializzandi e studenti provenienti dalle Università di Catania e Messina.