Pubblicato il: 17/03/2014 alle 10:36
Erano veramente centinaia le fatture false scoperte dai finanzieri del nucleo di polizia tributaria – sezione tutela finanza pubblica – di Caltanissetta e della sezione di polizia giudiziaria presso la Procura della repubblica di Gela: da qui il nome dell’operazione “Stack of paper” (Risma di carta) che ha visto, alle prime luci dell’alba, l’esecuzione di 5 ordinanze di custodia cautelare, di cui tre in carcere e due agli arresti domiciliari tra Gela e Niscemi. Al momento non si conoscono i nomi delle persone arrestate. Altri particolari – come informa una nota diffusa dal Comando provinciale della Guardia di Finanza – saranno forniti durante una conferenza stampa insolitamente convocata per dopodomani alla Procura di Gela, due giorni dopo la notifica degli arresti.
Le misure restrittive, disposte dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Gela Fabrizio Molinari, giungono dopo complesse indagini iniziate nel mese di giugno 2012 su input della Procura della Repubblica di Gela e curate dal sostituto procuratore Silvia Benetti e dal procuratore Lucia Lotti.
I finanzieri del nucleo di polizia tributaria nisseno hanno sottoposto ad accertamenti di natura tributaria 11 soggetti economici (tra società e ditte individuali) di Gela e di Niscemi, tutte operanti nel settore della realizzazione di strutture metalliche. Al tempo stesso la sezione di polizia giudiziaria della Procura gelese ha curato altri accertamenti finalizzati a ricostruire l’intero quadro degli illeciti.
Il meccanismo fraudolento scoperto dalle Fiamme Gialle, sviluppato nell’arco temporale 2007-2012, si basava sulla emissione di fatture false da parte di numerose società cartiere, riconducibili direttamente ed indirettamente agli indagati, ed attestanti prestazioni di servizio o noleggi di attrezzature – in realtà inesistenti – a favore della società “Metal impianti srl” di Gela.
“Attraverso una efficiente organizzazione – spiega la Guardia di Finanza – i 9 imprenditori coinvolti, potendo contare, in alcuni casi, anche su vincoli di parentela, nonché sull’intervento di un noto commercialista di Gela, risultato tra l’altro anche legale rappresentante di una delle società cartiere che avevano emesso fatture per operazioni inesistenti, sono riusciti, nel periodo oggetto di indagini, a sottrarre all’imposizione fiscale un imponibile di oltre 7.000.000 di euro. ciò attraverso l’indebita deduzione dei costi, mai sostenuti, rappresentati dalle fatture false. E’ stato omesso il versamento di Iva per oltre 3 milioni di euro e sono state eseguite compensazioni di imposte con crediti inesistenti per oltre 2 milioni di euro”.
Durante una delle ispezioni svolte dalla Finanza nei confronti di una delle società cartiere, è stata rinvenuta una vera e propria risma di fatture false precedentemente stampate per consentire, appunto, alla “Metal impianti srl” di abbattere i ricavi proprio attraverso la deduzione di costi fittizi.
“Le indagini e i risultati raggiunti testimoniano la costante e doverosa attenzione della Guardia di Finanza e della Procura nei confronti di ogni forma di evasione fiscale – dice il procuratore Lucia Lotti – in particolare come in questo caso realizzata attraverso il diffuso ricorso da parte degli imprenditori all’emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, fenomeno da contrastare con la massima incisività”.