Pubblicato il: 21/03/2024 alle 13:18
Giulia Tramontano, la 29enne incinta di 7 mesi uccisa a Senago (Milano) il 27 maggio dal compagno Alessandro Impagnatiello, raccontò ai familiari che “tutto quello che mangiava aveva un sapore assurdo, un odore strano”.
Lo ha riferito la sorella Chiara Tramontano, testimone in aula al processo in cui è imputato il barman. Il 30enne è anche accusato di aver avvelenato la compagna per mesi usando del topicida. La testimone ha raccontato che Giulia avvertiva “puzza di candeggina” quando apriva bottiglie di acqua, che i pomodori e il latte non avevano più lo stesso sapore, e soffriva di costanti dolori allo stomaco. “Beveva tante tisane – ha aggiunto – ma non trovava sollievo”.
Chiara si commuove in aula
Mentre raccontava della sorella, in aula Chiara si è commossa, la voce si è incrinata e ha detto: “Noi figli diventiamo figli che devono pensare ai propri genitori. Dobbiamo andare avanti, non ci saranno più festeggiamenti ma solo lavoro-cimitero, lavoro-cimitero”.
“Vorremmo solo arrenderci e piangere”
Poi Chiara, che aveva parlato di una pianificazione dettagliata del delitto da parte di Impagnatiello, ha continuato: “Paradossalmente noi vorremmo solo arrenderci e piangere, ma non possiamo, non possiamo per loro, per i nostri genitori, perché è dalla tua forza di figlio che loro avranno la loro forza di genitori. Ci facciamo forza, siamo più uniti di prima, siamo noi che dobbiamo andare avanti, siamo noi che dobbiamo accettare che lei non ci sarà, non ci saranno altre feste”.