Pubblicato il: 14/12/2020 alle 09:18
La violazione dei diritti civili in Egitto è tornata ad occupare le prime pagine dei giornali dopo che la Procura di Roma ha chiuso gli accertamenti e notificato con il " rito degli irreperibili " la conclusione delle indagini nei confronti di quattro agenti segreti del Cairo
I quattro appartenenti ai servizi egiziani sono accusati di sequestro di persona, lesioni personali e omicidio nei riguardi del giovane Giulio Regeni seviziato per giorni con oggetti roventi, calci, pugni, lame e bastoni per poi essere barbaramente ucciso.
Non si può, neanche per ragion di stato, passare oltre ad una spudorata negazione di ogni diritto civile e umano.
Non si può tacere di fronte ad una complice quanto sfrontata responsabilità dei vertici politici egiziani che hanno sempre risposto con un assordante silenzio alle richieste italiane, anzi contrattaccando con nuove azioni repressive e oppressive nei riguardi dei dissidenti e degli oppositori del regime.
Decine di attivisti continuano a marcire nelle carceri egiziane, come Patrick Zaky, con accuse che sembrano costruite ad arte per soffocare nella violenza il dissenso interno.
È di questi giorni la visita del leader egiziano Al Sisi in Francia, dov'è stato ricevuto con tutti gli onori dal Presidente Macron.
I colloqui non hanno neanche sfiorato l'argomento della negazione dei diritti umani in Egitto, sollevando le proteste di diverse organizzazioni che lottano per la difesa della democrazia, della libertà e dei diritti umani tra le quali Amnesty International.
La Francia è un importante partner commerciale dell'Egitto: solo nel 2017 ha venduto all'Egitto 1,4 miliardi di euro di armamenti e attrezzature militari.
Anche l'Italia fornisce armamenti all'Egitto, ultimamente ha venduto quattro navi da guerra per milioni di euro.
Tutto questo però non significa far finta di niente, di fronte ad una palese e violenta violazione dei diritti umani, di fronte all'omicidio di un giovane che potrebbe essere nostro figlio, nostro fratello e che si trovava in Egitto solo per studiare.
Il Governo italiano deve fare di più, l'Europa deve fare di più, la Francia, paese della rivoluzione e dei diritti civili di fratellanza, uguaglianza e libertà non può accogliere Al Sisi con tutti gli onori e soprattutto non può evitare di parlare della politica di violenta repressione che vige in Egitto.
Un nostro famosissimo scrittore e giornalista, Corrado Augias, ha restituito per protesta le insegne della Legion d'Onore alla Francia dopo che le stesse insegne sono state attribuite ad Al Sisi.
Unità Siciliana è indignata nei riguardi del Governo Italiano e di Macron, mentre plaude all'azione della Magistratura che ha, con coraggio e determinazione, aperto il processo nei riguardi dei vili assassini e torturatori di Giulio Reggeni.
Salvatore Giunta
Consigliere Nazionale
Unità Siciliana LE API