Pubblicato il: 25/07/2017 alle 13:10
Dal rapporto 2016 sull’economia migrante della Fondazione Leone Moressa è emerso che gli stranieri che lavorano in Italia producono 127 miliardi di ricchezza, paragonabile al fatturato del gruppo Fiat e pari all’8,8% del valore aggiunto nazionale, esattamente quello prodotto dall’industria automobilistica tedesca.
La migrazione continua a portare benefici al “Sistema Italia”. Uno dei primi sono i contributi pensionistici versati dagli stranieri occupati, che nel 2014 hanno raggiunto quota 10,9 miliardi. I contributi dei lavoratori stranieri consentono di pagare circa 640mila pensioni italiane. A questo dato va aggiunto il gettito Irpef complessivo pagato dai contribuenti stranieri (l’8,7% del totale contribuenti) pari a 6,8 miliardi.
Significativo anche lo sviluppo dell’imprenditoria straniera: nel 2015 si contavano 656mila imprenditori immigrati e 550mila imprese a conduzione straniera (il 9,1% del totale). Negli ultimi anni (2011/2015), mentre le imprese condotte da italiani sono diminuite (-2,6%), quelle dirette da immigrati hanno registrato un incremento significativo di +21,3%. Queste aziende contribuiscono, con 96 miliardi di euro, alla creazione del 6,7% del valore aggiunto nazionale.
Osservando la spesa pubblica rivolta all’immigrazione, i settori più rilevanti sono welfare e sicurezza. L’analisi a costi standard evidenzia come il costo degli stranieri sia inferiore al 2% della spesa pubblica.
Il rapporto annuale Inps ha evidenziato che gli immigrati sono ossigeno per il sistema previdenziale: senza i lavoratori dall'estero in 22 anni si avrebbero 35 miliardi in meno di uscite, ma anche 73 in meno di entrate.
I settori in cui i lavoratori stranieri sono maggiormente attivi sono:
- Operai edili
- Ristorazione
- Commercio al dettaglio
- Infermieri e badanti
- Lavoratori domestici
Chiudendo le frontiere agli immigrati "rischiamo di distruggere il nostro sistema di protezione sociale", ha ammonito il presidente dell’Ente, Tito Boeri. I lavoratori che arrivano in Italia sono sempre più giovani, la quota degli under 25 è passata dal 27,5% del 1996 al 35% del 2015, e pertanto si tratta di 150.000 contribuenti in più l'anno, che bilanciano in parte il calo delle nascite.
I dati diffusi da Boeri dicono che gli immigrati regolari versano ogni anno 8 miliardi di contributi sociali e ne ricevono 3 in termini di pensioni e di altre prestazioni sociali. Quindi con un saldo netto di 5 miliardi per le casse dell'Inps. Sin qui gli immigrati ci hanno 'regalato' circa un punto di Pil di contributi sociali a fronte dei quali non sono state loro erogate delle pensioni.
Ogni anno i contributi a fondo perduto degli immigrati valgono circa 300 milioni di euro, che sono entrate aggiuntive per le casse dell'Inps. Tutti gli studi scientifici sull'impatto fiscale dell'immigrazione concludono che l'impatto è positivo. Il totale delle entrate che arriva dagli immigrati supera, seppur di poco, 1,2 miliardi di euro il totale delle uscite per l'immigrazione.
In Italia la presenza degli stranieri residenti è molto variegata: arrivano da tutto il mondo, ma più della metà sono cittadini comunitari (oltre 2,6 milioni pari a 52,14%). La cittadinanza maggiormente rappresentata è quella romena (23,2%) seguita da quella albanese (8,9%). Dal continente africano, la comunità più rappresentata sul territorio italiano è quella del Marocco (8,7%). A seguire la Cina (5,4%), Ucraina (4,6%), Filippine (3,3%), India (3%), Moldavia (2,8%), Bangladesh (2,4%) ed Egitto (2,2%).
Vivono in Italia cittadini dei 54 Paesi dell’Africa – Marocco, Egitto, Senegal, Tunisia e Nigeria i principali territori di origine – per un totale di 1.036.653 persone, pari al 20,63% dei residenti stranieri nel paese.
A quota 989.438 i cittadini provenienti da Paesi asiatici (principalmente Cina, Filippine, India, Bangladesh e Sri Lanka) pari al 19,69% dei residenti stranieri in Italia.
Sono 376.556 i cittadini giunti da Paesi del continente americano, il 7,49% dei residenti stranieri in Italia, originari per lo più da Perù, Ecuador, Brasile, Repubblica Dominicana e Cuba.
Sempre su base statistica (dati Istat), si conferma la maggiore attrattiva delle regioni del Nord e del Centro verso le quali si indirizzano i flussi migratori provenienti sia dall'estero sia dall'interno. In testa la Lombardia con 1.149.011 cittadini stranieri residenti (22,9% delle comunità straniere presenti su scala nazionale), seguita da Lazio (645.159 persone, pari al 12,8%), Emilia Romagna (533.479 residenti, pari al 10,6%), Veneto (497.921 residenti, il 9,9%) e Piemonte (422.027 persone, pari all’8,4%).
Risorse per il “Sistema Italia”
Si sta delineando dunque una nuova Italia nella quale le parole immigrazione, multiculturalità, integrazione, convivenza, dialogo tra culture e religioni sono ormai all’ordine del giorno. Temi che occupano spesso le prime pagine dei media italiani, per lo più in chiave negativa e per fatti di stretta cronaca.
A guardare al ‘fenomeno migratorio’ in un’altra prospettiva sono soprattutto centri di ricerca, studiosi universitari, enti di categoria e testate specializzate. Dai vari studi e dati statistici ufficiali viene fuori in modo chiaro che le diaspore costituiscono già una realtà importante per l’economia italiana. (Agi.it https://www.agi.it/cronaca/2017/07/24/news/migranti_lavoro_pensioni_contributi-1969155/)