Pubblicato il: 04/06/2014 alle 07:00
Una messa in mora in piena regola: destinatario il Governo Crocetta. Stavolta a far traballare e fibrillare l'esecutivo siciliano non sono più solo i sindacati, gli equilibri precari all'interno dell'Assemblea regionale, i giochi di potere o le liti interne al Pd, azionista di maggioranza di questa partita. Il cartellino rosso arriva adesso anche da Confindustria Sicilia principale sponsor dell'ex sindaco di Gela neanche un anno fa. L'occasione un forum presso il centro studi Pio La Torre a cui hanno preso parte i leader di Cgil, Cisl e Uil regionale, Cna Sicilia e il presidente di Confindustria Sicilia Antonello Montante. Dalle forze sociali tutte arriva chiaro l'ultimatum: “La soluzione per la Sicilia deve essere drastica”.
“Qui la giunta è miope, non riesce a indovinare la via d'uscita e fare scelte condivise forti e drastiche come ha fatto il premier Renzi a Roma, puntando il dito sulla burocrazia. Diciamolo chiaramente: in Sicilia i direttori generali sono frutto di spartizioni politiche, non del Governo ma di un Parlamento intero”. E ribadisce l'invito ai parlamentari che “se non vi va bene il Governo Crocetta, invece di litigare, andate a votare al più presto. Non abbiate paura. Si dimostri ai siciliani che si vuole il bene dei siciliani e non solo dei deputati in questione”.
“Da anni chiediamo un piano industriale per la Sicilia – dice ancora Montante – Dal turismo, alle infrastrutture, ne abbiamo parlato in tutti i tavoli possibili e immaginabili. Dobbiamo capire che se troviamo la strada giusta e la mettiamo su carta, la comunicgeremo a Roma – dice ancora Montante – Non ci sono dubbi che in questi ultimi anni il Governo centrale si è defilato dalla questione Sicilia. Renzi ha avuto altro a cui pensare in questi mesi, ma oggi bisogna che Renzi venga informato di quello che sta avvenendo in Sicilia. Delle liti all'interno del suo stesso partito e anche della crisi dei partiti. A noi non ci ascolta nessuno”.
“La soluzione la conosciamo – dice il capo degli industriali – Sono le spese fisse il problema maggiore. E se il Governo non fa scelte radicali non cambierà nulla. Secono me sono inutili anche le manifestazioni di piazza che a volte vengono non capite – ha aggiunto – qui dobbiamo alzare il tiro per attrarre l'attenzione del governo centrale. Ma prima di arrivare all'ipotesi di commissariamento i deputati o si mettono attornoa un tavolo per discutere e mettersi d'accordo oppure vadano a casa. Si dimettano. C'è chi dice che hanno ancora debiti per la campagna elettorale. Ma sono cavoli loro. Non ci interessa. Si mettano d'accordo”.