Pubblicato il: 15/11/2017 alle 16:34
Per tre affiliati a Cosa nostra, le condanne per un omicidio risalente ad oltre 20 anni fa, diventano definitive. I tre sono accusati – a vario titolo – dell’omicidio e del tentato omicidio del niscemese Alfredo Campisi.
Stamane i poliziotti della Squadra Mobile di Caltanissetta, in collaborazione con quelli del Commissariato di Niscemi, hanno dato esecuzione ai provvedimenti definitivi.
Ergastolo per Giuseppe Amedeo Arcerito, Salvatore Di Pasquale, condannato a 13 anni di reclusione e Francesco Amato a 12 anni e 9 mesi.
Arcerito, inteso “u lumiaru”, considerato elemento di spicco all’interno di Cosa nostra, è stato condannato alla pena dell’ergastolo in quanto ritenuto il mandante dell’agguato scattato nei confronti di Campisi. Francesco Amato, “Ciccio pistola”, è stato condannato per aver tentato di uccidere Campisi in ben due occasioni (una nella piazza principale e l’altra presso un laboratorio di lavorazione marmi di Niscemi). Stessa accusa per Di Pasquale.
Le indagini della Squadra Mobile, condotte con il Commissariato di Niscemi, culminate nel 2011 con l’emissione di sei ordinanze di custodia cautelare, misero in risalto la figura della vittima che stava tentando la scalata al vertice di Cosa nostra. Campisi venne ucciso il 6 novembre 1996 sul ponte Dirillo, nei pressi di Acate. Il delitto venne commesso materialmente da Antonino Pitrolo, oggi collaboratore di giustizia e da Giuseppe Buzzone, inteso “Turi Cavolata” (quest’ultimo già condannato, in altro procedimento, alla pena di anni 17).