Sembrava una narrazione ormai da libri di storia e invece ci siamo risvegliati con l’incubo nucleare, non solo per il conflitto la cui escalation è al momento imprevedibile, ma anche per possibili incidenti in una delle quattro centrali atomiche dell’Ucraina (e 15 reattori operativi). Oltre a Zaporizhzhia (6 reattori), che è la più grande centrale d’Europa, ce ne è un’altra nel Sud con 3 reattori e le altre due a Nord-Ovest (a Rivne, con 4 reattori e Khmelnitsky con due reattori). La tensione è dunque altissima e in Europa c’è chi comincia ad avere paura. In Belgio ad esempio si sta registrando un’impennata di vendite delle pillole allo iodio perché si titiene che lo iodia possa “lenire” l’effetto delle radiazioni.
Secondo i dati rilasciati dall'Associazione dei farmacisti belgi la richiesta di confezioni di pillole è aumentata di 20 volte: dalle 1500 di inizio conflitto alle 30 mila di questi giorni. Come funzionano? L'esempio – per fortuna unico – è Chernobyl quando c'è stata emissione di iodio-131, che è radioattivo. Le pillole sono composte di iodio non radioattivo. Se l'isotopo radioattivo viene inalato, può accumularsi nella tiroide e favorire lo sviluppo di cancro. Le compresse di ioduro di potassio può impedire l'accumulo di iodio radioattivo nella tiroide saturandola con iodio non radioattivo. Tecnicamente, la pillola serve se lo iodio radioattivo viene rilasciato nell'aria, a saturare la ghiandola tiroidea, prevenendo così l'assorbimento di iodio radioattivo e il conseguente rischio di cancro alla tiroide. (Fonte La Sicilia)