Pubblicato il: 31/10/2013 alle 08:14
Seguire una moda vuol dire imitare l’orientamento della massa senza, talvolta, comprenderne il significato intrinseco. Avviene per l’abbigliamento così come per le abitudini, stili di vita e occasioni ricreative. Le tradizioni locali, nell’era della globalizzazione, sono diventate alla portata di tutti e l’industria dell’intrattenimento e il suo indotto non perde occasione di replicare usi e consumi che spingono verso il consumismo. E’ stato così anche per la festa di Halloween, rituale di origine celtico che si svolge il 31 ottobre, che, tra streghe, fantasmi e zucche intagliate spinge le persone a organizzare party (per grandi e per bambini) con dolciumi, indumenti e decorazioni a tema.
Non tutti, però, sanno che la festa di “All Hallow Even” altro non è che la traduzione della “Vigilia di ogni Santi”, festa religiosa istituita da Papa Gregorio IV per celebrare tutti i Santi che accedono al regno dei cieli. Tale occasione, scelta in coincidenza con la “festa di fine estate” e l’inizio di un nuovo anno, ha permesso, invece, un’interpretazione demoniaca che vede, nelle ore notturne precedenti la festività cristiana, un’apertura nel regno del male e un incontro con il maligno. Cosa sta veramente dietro “dolcetto o scherzetto”? SEGUONEWS ne ha parlato con Padre Mario Audino, vice parroco a Delia ed esorcista della Diocesi di Caltanissetta. Lui non ha alcun dubbio: un significato oscuro e diabolico sostenuto – seppur inconsapevolmente – da tutti coloro i quali partecipano o organizzano eventi correlati ad Halloween. Streghe, fantasmi, gatti neri e zucche che guidano anime smarrite, questo ed altro ancora altro non è che la celebrazione di Satana.
“Attenzione – spiega il religioso – alle tentazioni del Maligno che distolgono dal messaggio di Dio di Amore, Comunione e Fratellanza”. Alcune confessioni cristiane dell’Irlanda e del Nord America hanno assorbito la festa di Halloween e la tramandano come un avvertimento contro le forze del male. La leggenda, infatti, narra che un uomo, Jack, sia riuscito a ingannare più di una volta il diavolo promettendogli la sua anima senza mai concederla. Alla morte, Jack, però ha dovuto subire la conseguenza del suo imbroglio rimanendo fuori dal regno dei cieli e degli inferi e destinato a vagare per l’eternità con in mano una zucca che, intagliata, faceva trasparire la luce di una candela che ardeva al suo interno. L’ammonimento a una condotta giusta, però, secondo il parere di Padre Mario, non può giustificare l’utilizzo di vari simbolismi demoniaci che, di fatto, servono per “adorare Satana”.
Accettare il dolcetto della festa non porta altro che trovare uno scherzetto: quello, cioè, “di dare importanza a Satana che, così considerato, si appropria del diritto di rivendicare l’anima dell’uomo che lo ha evocato. Chi festeggia Halloween – conferma con fermezza Padre Mario – non fa altro che prostrarsi davanti agli spiriti. Ciò porta l’uomo lontano dalla progettualità di vita pensata da Dio per protendere, irreparabilmente, verso la progettualità di morte pensata dal Diavolo”. Un serio problema si pone di fronte al genitore quando deve imporsi sul proprio figlio vietando di partecipare alla festa di Halloween. Anche in questo caso Padre Mario invita a non sottovalutare la situazione e non cedere a uno scambio di ruoli tra l’adulto e il minore.
“La nostra vita è in relazione con Dio, bisogna trasmettere il culto di Dio e i valori cristiani al prossimo: mettiamo in guardia i nostri figli dalle adorazioni del maligno anche se camuffato in quella che appare solo come una banale festa di bambini”, conclude il sacerdote nisseno. E c’è già chi ha sposato in pieno questo messaggio: al Movida di Gela il Movimento Giovanile di Macchitella ha organizzato il “No Halloween Party”, esempio lampante di come, per divertirsi, non serva invocare il maligno. E chi volesse sostenere questa causa non deve necessariamente presentarsi nel locale: basta anche esporre un’icona del santissimo o evangelizzare il vero significato della festa. (Marcella Sardo)