Pubblicato il: 29/10/2013 alle 19:39
Al castello Utveggio di Palermo, non c'era nessuna sede del Sisde e non lo frequentavano neppure appartenenti ai servizi: sono 20 anni che lo vado ripetendo”. Lo ha detto Salvatore Coppolino, ex comandante della Polizia Municipale di Caltanissetta e un passato da funzionario del Sisde, addetto alla tutela personale dell'ex Alto Commissario per la lotta alla mafia, il prefetto Pietra Verga, quando quest'ultimo venne nominato presidente del Cerisdi. Deponendo davanti alla Corte d'assise di Caltanissetta, dinanzi a cui si celebra il processo “Borsellino-quater”, Coppolino ha sottolineato “di non aver mai visto personale di mia conoscenza del Sisde, tranne nell'occasione che venne organizzato dall'Alto commissario, Domenico Sica, un convegno. Io – sottolineato – ero l'unico appartenente ai servizi al Cerisdi, con le finalità di tutela del prefetto Verga”.
Rispondendo ai Pm che gli chiedevano se conoscesse Gioacchino Genchi, il teste, sorridendo, ha risposto: “Sono nei suoi libri”. Coppolino ha quindi affermato di non aver mai visto Genchi, “finchè c'ero io, fare un sopralluogo al castello dopo la strage di via d'Amelio”. Il teste ha, invece, rivelato un episodio inedito risalente a uno-due giorni dopo la strage. “Appena arrivo al Cerisdi per preparami ad andare a prendere il prefetto Verga, mi dicono che era venuto a cercare sua eccellenza Salvatore La Barbera, della squadra mobile di Palermo. Quando presi il prefetto gli dissi che lo avevano cercato e lui si mise in contatto con Arnaldo La Barbera”.