Pubblicato il: 11/03/2014 alle 11:24
“Cosa Nostra controllava l'economia locale. Quando venni qui a Caltanissetta per ricoprire l'incarico di procuratore, c'era chi diceva che questa città era un'isola felice. Abbiamo scoperto in questi anni che non è affatto così, perché con questa operazione abbiamo davvero chiuso il cerchio su un sistema mafioso già distruttuo dalla Dda nissena e dalla Squadra Mobile”. Va giù Sergio Lari, il procuratore che in conferenza stampa ha illustrato i retroscena dell'inchiesta Colpo di Grazia insieme al procuratore aggiunto Nico Gozzo, al capo della Squadra Mobile Marzia Giustolisi e al questore Filippo Nicastro. “In questo dossier c'è la storia di Cosa Nostra a Caltanissetta e nella provincia” ha aggiunto Lari afferrando l'ordinanza di custodia cautelare che ha colpito i 7 arrestati di oggi. Ma gli indagati in realtà sono 15, come ha precisato Lari, e tra di loro oltre ai collaboratori di giustizia ci sono anche i nomi di chi ha avuto un ruolo nelle estorsioni e gli imprenditori che hanno negato di aver pagato il pizzo. “Chiederemo  il processo per tutti”, ha aggiunto Lari. Mentre Gozzo ha espresso amarezza perché ancora una volta è stata scarsa la collaborazione degli imprenditori nisseni che era già emersa durante l'inchiesta antimafia Incipit-Excipit che aveva squarciato il velo sul racket a Caltanissetta ai danni di commercianti e impresari edili. “Si tratta di collaborazioni tirate”, ha spiegato Gozzo. Ed ecco perché i nomi di molti imprenditori sentiti dalla Squadra Mobile sono finiti nel registro degli indagati per false informazioni all'autorità giudiziaria. Nicastro ha espresso il proprio plauso al dirigente della Squadra Mobile Marzia Giustolisi, “auto complimentandosi” per averla scelta alla guida dell'importante ufficio investigativo della Polizia che in questi anni ha collezionato parecchi successi nella lotta alla criminalità organizzata e non solo.